Il fiore all’occhiello. La preziosa seta di gelso della dinastia Perego arrivata fino in Australia

Annamaria è l’erede della famiglia famosa in tutto il mondo per le sue stoffe. Della fabbrica sono rimaste tracce che fanno rivivere l’arte e il lavoro sui telai.

Il fiore all’occhiello. La preziosa seta di gelso della dinastia Perego arrivata fino in Australia

Il fiore all’occhiello. La preziosa seta di gelso della dinastia Perego arrivata fino in Australia

"L’ufficio di mio nonno Ciriaco è intatto. Al posto della vecchia fabbrica oggi ci sono condomini, ma il suo regno è rimasto esattamente com’era. Per me è un’emozione ogni volta che ci entro". Annamaria Perego è l’erede del setificio chiuso nel 1973, "eppure negli anni Novanta – ricorda la nipote degli ultimi proprietari – un’azienda australiana ci chiese il campionario. Non abbiamo mai capito come come fossero riusciti a rintracciarci, ma le nostre baiadere, tessuti a righe orizzontali, erano famose persino laggiù". Adesso, lei e il fratello Marco fanno tutt’altro, ma il ricordo di nonna Margherita che "mandava avanti la tessitura col marito è nitido: una donna in carriera ante litteram. Faceva girare il lavoro come un orologio svizzero. Un esempio anche per me". Dell’opificio è rimasta una bella casa all’incrocio fra via Roma e via Piave, "unico esempio in paese di archeologia industriale, la tessitura Schmid e il salumificio Mauri, infatti, non ci sono più – spiega l’architetto Italo Mazza –. Dalla ‘Perego’ usciva la seta migliore, quella di gelso, per cravatte, sciarpe, fazzoletti da collo". Nell’ala sud, in uno stanzone al piano superiore sono rimasti una scaffalatura in legno per riporre la “messa in carta“, le schede perforate che servivano ai telai Jacquard e mobili impolverati, pillole di una quotidianità perduta. Ci sono ancora enormi registri che custodiscono sete dalle fantasie intramontabili.

In un quadernetto intitolato “Stoffe a licci“ sul quale Margherita trascriveva le operazioni che servivano a preparare il telaio per ogni tessuto - pettine, passatura, ordimento, rimettaggio, colettaggio - spuntano tre carte non rilegate. La prima del 1912 per “cachecols broché“, la seconda del 1914 per “garza operata rigata faille per cravattini“, la terza, dattiloscritta, invece proietta tutto nel 1964, è l’ordine di consegna per “garza PL tramata“ a Como, al setificio Guido Ravasi (1877-1946), con il quale la Perego aveva scambi commerciali. La stanza dell’allevamento dei bachi da seta non esiste più, è stata sostituita da una scala, mentre c’è ancora quella delle “ordiresse“, locale riservato alle operatrici dell’ordito, sullo scuro di una porta la scritta: “Tremenda tempesta, 1 giugno 1933“. "La calligrafia è quella della nonna – conclude Annamaria – per non scordare quell’infortunio, nefasto per la casa, spaventoso per le signore presenti".

Bar.Cal.