DARIO CRIPPA
Cronaca

Il debutto di Mozart. Le Nozze di Figaro e quell’anteprima suonata alla Villa Reale

Il Genio di Salisburgo avrebbe potuto diventare musicista di corte a Milano ma l’imperatrice Maria Teresa d’Austria scrisse al figlio di lasciar perdere.

Il debutto di Mozart. Le Nozze di Figaro e quell’anteprima suonata alla Villa Reale

Il debutto di Mozart. Le Nozze di Figaro e quell’anteprima suonata alla Villa Reale

Anno domini 1787. In un teatro di Monza risuonano note mai udite prima. Sono le Nozze di Figaro, opera in quattro atti di Wolfgang Amadeus Mozart. A un anno e mezzo dalla prima ufficiale tenutasi il 1° maggio 1786 al Burgteather di Vienna, salutata da un enorme successo, i primi due atti della nuova opera di Genio di Salisburgo vennero eseguiti a Monza. In anteprima rispetto alla prima ufficiale italiana. Riportano le cronache che a Monza, alla Villa Reale, andò in scena una versione dimezzata delle Nozze di Figaro. Un pasticcio, come spesso si usava a quei tempi. Sul finire del XVIII secolo capitava sovente che determinati lavori teatrali venissero portati in giro in maniera manipolata e, aveva spiegato Marco Murara, cultore ed esperto di Mozart, "vuoi per le dimensioni del teatro, soprattutto se di provincia, vuoi per i cantanti a disposizione, si provvedeva a ridurli e a volte almeno parzialmente cambiarli". Gli stessi cantanti potevano influire, "avevano spesso un enorme potere e decidevano se un brano era effettivamente adatto alle loro capacità vocali o meno". Chiamando altri compositori che provvedevano a modificare le opere con arie meno rischiose.

Accade dunque che in quel 1787 delle Nozze di Figaro allestite a Monza vadano in scena soltanto i primi due atti firmati da Mozart, mentre per i restanti ci si affidi a un compositore italiano, il napoletano Angelo Tarchi. Ma dove? Le cronache parlano della Villa Reale, ma l’opera non andò certo in scena al suo Teatrino di Corte. Questo ancora non era stato realizzato e vedrà la luce soltanto qualche anno più tardi, nel 1808. Pare si utilizzassero, spiegava Marina Rosa, ex funzionario alla Soprintendenza alla Reggia di Monza, "teatrini itineranti, con tanto di scenografie, che venivano di volta in volta allestiti in base alla necessità e che venivano abitualmente portati in centro a Monza". Del resto, la città sfiorò la possibilità di ospitare in pianta stabile Mozart. Genio precocissimo, era molto amato dal giovane Ferdinando, figlio di Maria Teresa d’Austria. Che scrisse alla madre del suo progetto per farlo diventare Maestro di Corte a Miano. E allora si sarebbe realizzato quello che avvenne invece a Vienna anni dopo, quando Mozart era di stanza nella capitale dell’Impero e le sue composizioni venivano eseguite nel Castello di Schönbrunn. Ma una lettera di Maria Teresa datata 1771 bloccò tutto: "Mi chiedi se devi prendere al tuo servizio il giovane salisburghese: non vedo quali ragioni tu possa avere d’assumere un compositore o altre persone inutili".