
di Cristina Bertolini
Risulta convincente il produttore Antonio Chiaramonte (catanese residente a Monza) che con la sua ultima produzione “Io denunciato“ ha vinto il premio Starlight International Cinema Award alla Mostra del Cinema di Venezia 2020. In passato i vincitori sono stati protagonisti del cinema internazionale come Al Pacino, Maria Grazia Cucinotta, Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Lino Banfi e Paolo Bonolis.
Il film ripercorre la vita di un testimone di giustizia che, per aver denunciato racket, estorsioni e violenze fisiche, si ritrova a dover abbandonare la sua terra e i suoi affetti e a vivere sotto scorta. Il personaggio è ispirato alla storia vera di un imprenditore siciliano che dopo anni di soprusi decide di denunciare i suoi aguzzini, diventando testimone. Il film nasce da una collaborazione con l’avvocato Enzo Guarnera e con il Ministero della Pubblica Istruzione e ad altri enti ministeriali, fa parte di un percorso sull’educazione sulla legalità estesa, oltre che alla scuola, alla famiglia, alla comunità ecclesiale, sono le spinte giuste per essere portatori di una cultura della legalità. Antonio Chiaramonte è componente della direzione artistica del Care Film Festival (il Festival dedicato alla professione dell’infermiere e in programma il 22 ottobre a Monza, al Binario 7). Si rivolge soprattutto agli studenti Chiaramonte e porterà il suo film anche nelle scuole di Monza e Brianza. "Il nostro obiettivo da raggiungere attraverso questo nuovo modo di fare cinema - riassume - è quello di emozionare ed educare gli spettatori, soprattutto i più giovani, sull’importanza di compiere un gesto semplice ma straordinario, di non assoggettasi all’omertà, praticando ogni giorno la legalità come modus vivendi". Alla regia Gabriel Cash , alle musiche di Francesco Balzano e Lips Desire, coach artists Guia Jelo. Ha collaborato anche la Procura della Repubblica, i magistrati giudicanti e la Squadra Mobile di Catania. "Rispetto a pellicole precedenti circa imprenditori che denunciano - spiega il produttore - questo vuole esaltare il lavoro dell’autorità giudiziaria e la maggiore attenzione e sostegno economico alla vittima e come è cambiata la situazione rispetto a vent’anni fa. Quando le istituzioni funzionano i cittadini trovano fiducia e coltivano la speranza per un futuro migliore, ma desidero ringraziare soprattutto gli studenti italiani che con grande attenzione ci stanno seguendo, questo è un premio che dedico principalmente ai ragazzi".
Un film al quale Chiaramonte è molto legato, anche come siciliano. "Sono nato e sono vissuto a Catania. Sono stanco di vedere la mia terra presentata come luogo di mafia, dove le donne vestono sempre a lutto. La Sicilia è anche terra di tanta gente perbene, di persone che come il protagonista del mio film dicono no alla mafia. La Sicilia è anche terra di cultura, di musica e di arte. Il mondo può diventare migliore solo se insegnamo ai giovani a non inginocchiarsi ai soprusi, a non voltare la faccia di fronte alle ingiustizie ma, malgrado le conseguenze, alzare la testa e stare sempre dalla parte della legalità".