
Mariagrazia Rizza e il coraggio di affrontare la malattia
"Quando ho scoperto di essere malata avevo appena dato le dimissioni da un impiego a Monza. Arrivavo da anni di corse, code e traffico a Milano, e volevo avvicinarmi a casa. Invece...".
Quella di Mariagrazia Rizza è una bella storia di coraggio e resilienza: dopo la malattia, l’operazione, la chemioterapia, la radioterapia e gli anticorpi monoclonali, è riuscita anche a trovare un lavoro. Anzi, il lavoro lo ha trovato proprio durante il periodo più difficile di una malattia che terrorizza ogni donna, e senza spostarsi tanto lontano.
Perché oggi lei, dopo essersi rimessa a studiare a 58 anni e avere superato un concorso, al San Gerardo ci lavora.
"È stato tutto molto veloce – racconta Mariagrazia Rizza –. Ho scoperto di essere malata a novembre del 2022 e il 13 dicembre sono stata operata al San Gerardo. Ho avuto poco tempo per avere paura, e poi sapere e conoscere mi ha aiutata a superare l’angoscia". Mariagrazia lavorava già in ambito sanitario, come office member di una clinica di Milano: "Ore e ore in tangenziale tutti i giorni", ricorda. Poi l’avvicinamento a Monza, le dimissioni e la perdita contemporanea del lavoro e della salute. "Ho sempre fatto prevenzione – ricorda –. Ho fatto un’ecografia, un amico radiologo mi ha consigliato di approfondire. Poi la dottoressa di base mi ha suggerito di rivolgermi al dottor Riccardo Giovanazzi e in meno di un mese mi sono trovata sotto i ferri".
Intanto il tempo per Mariagrazia non si fermava: "Mentre facevo la chemio non rinunciavo ai colloqui di lavoro, anche se in famiglia mi avevano suggerito di prendermi un anno di pausa. Finché un’infermiera del day hospital oncologico mi ha detto che al Cup cercavano una figura a tempo determinato per un anno. Ho superato la selezione e sono entrata. Uscivo dal day hospital per le cure e timbravo il cartellino dell’ospedale".
Poi, dopo qualche mese, la decisione di provare il concorso. "Ero ancora in cura, sono laureata, ma ho tirato fuori i libri e ho ricominciato a studiare. Sono andata al PalaDesio, eravamo in seicento". E lei è arrivata prima.
Da maggio lavora all’ufficio ricoveri dell’Irccs.
La sua forza? "I medici che non mi hanno mai mollata e mi hanno ben curata, e una famiglia solida. Mia figlia ha sempre saputo tutto, sono felicemente sposata. Mio fratello mi ha regalato un mazzo di fiori per ogni chemio. E poi ho tanta fede, e questo mi ha aiutata moltissimo".
Il suo consiglio alle donne: "Non mollate mai".