Il caso Gianetti fa scuola: "Un esempio di cosa non bisogna fare"

Protagonista di Safety Car, il cantiere della Fiom per frenare il declino dell’automotive. Occhiuto: "Abbandonati da tutti"

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Gianetti Ruote protagonista di Safety Car, il cantiere della Fiom per frenare il declino dell’automotive, "schiacciato fra pandemia e costi alle stelle delle materie prime".

I chip mancano e il settore auto si inchioda e farne le spese sono decine di fabbriche.

Oggi, la tappa lombarda della mobilitazione nazionale per chiedere al governo "un piano per invertire la rotta senza perdere altro tempo" dopo le incertezze di Roma sulla transizione tecnologica e ambientale che "disorienta le aziende".

Un quadro a tinte fosche con conseguenze sintetizzate dai dati: calo della produzione del 9,4% e delle immatricolazioni che sfiora il 25%. Numeri da allarme rosso, "e a farne le spese come nel caso dello storico marchio brianzolo è anche l’indotto", sottolinea il segretario dei metalmeccanici brianzoli Pietro Occhiuto.

Per lui l’amarezza della sentenza di primo grado che ha visto "la proprietà uscire indenne dall’accusa di condotta anti-sindacale che avevamo chiesto al giudice di riconoscere".

Ora si attende la pronuncia in Appello. "Il 28 gennaio ci sarà l’udienza, non abbiamo perso la speranza", dice Occhiuto.

Nel frattempo una buona fetta dei 152 operai, "licenziati a fine turno il primo sabato di luglio senza neppure osservare il minimo bon ton si è ricollocata. Ci siamo dati molto da fare sotto questo punto di vista e i risultati sono arrivati. È personale molto specializzato e anche in un momento come questo molti sono riusciti a ottenere un altro posto. Ma non è facile ricominciare".

Resta l’amarezza "per essere stati abbandonati dalle istituzioni, che all’inizio hanno provato a trovare una soluzione, ma poi hanno fatto come Ponzio Pilato. Quella della Gianetti è una ferita che non si rimarginerà facilmente".

Il caso rimbalza sui tavoli nazionali del sindacato che scriverà rivendicazioni unitarie e le avanzerà da tutto il Paese "per dire cosa non si deve fare in situazioni come queste – spiega il segretario –. Sono soprattutto i ministeri che dovrebbero contrastare le crisi a dover riflettere sulle passerelle senza risposte. In Brianza centinaia di famiglie si sono ritrovate in mezzo alla strada senza che nessuno muovesse un dito per evitarlo. I nostri dipendenti non hanno avuto neppure gli ammortizzatori sociali. Una vergogna".

Eppure nella filiera dell’auto le ore di cassa sono raddoppiate dal 2019, "ma a Ceriano non è arrivato nulla. Da questa vicenda c’è solo da imparare. Con lo sblocco dei licenziamenti l’indotto che occupa circa 163mila persone è stato il più colpito".

I delegati lombardi lanciano l’Sos e sollecitano alla politica "un intervento per contrastare una crisi che rischia di inghiottire tutto e tutti".

Bar.Cal.