I promessi sposi fanno ballare

Al teatro Villoresi il musical che riprende il romanzo di Alessandro Manzoni in chiave ironica e parodistica

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di Cristina Bertolini

"Non aspettatevi la classica commedia musicale, ma una scanzonata rappresentazione che unisce prosa, danza e musica". Così Gennaro D’Avanzo, direttore artistico del teatro Villoresi, introduce il musical “I promessi sposi” che andrà in scena sabato 14 alle 21 e domenica 15, alle 16 (produzione Com.Media srl). Lo spettacolo è un varietà umoristico, una parodia che ripercorre gli episodi più significatibi del celebre romanzo di Alessandro Manzoni. All’interno della vicenda si inserisce un gruppo di scalcinati attori impegnati in una rappresentazione teatrale del romanzo che colora l’adattamento con divertenti gag in un clima surreale.

La regia di Maurizio Colombi mette in risalto le caratteristiche dei personaggi, attraverso canzoni appartenenti alla cultura italiana: da “Brava” di Mina, a “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri, passando da Edoardo Bennato alla Pantera Rosa, dai Queen a Michael Jackson e Loredana Bertè. Ma da buon varietà che si rispetti, c’è spazio anche per una sigla (in questo caso in stile barocco): canzoni inedite, divertenti coreografie, esilaranti digressioni sul tema e un concentrato di dialoghi che rispettano fedelmente il romanzo originale, ma recitati in modo da esaltare i personaggi rendendoli spassose “macchiette”. Se “I promessi sposi” di Manzoni sono un romanzo di formazione, il musical compie un processo inverso. Questa riduzione teatrale farà tornare bambini gli adulti grazie alla comicità e alla leggerezza. Saranno i momenti drammatici a far ridere lo spettatore: i Bravi mandati da Don Rodrigo che parlano con l’accento dei mafiosi siciliani; le esitazioni di Don Abbondio sottolineate da perplesse mimiche facciali di un coro muto; l’avvocato Azzeccagarbugli che svicola in improbabili invenzioni legali; il confronto fra Don Rodrigo e Fra Cristoforo all’interno di un verbale duello western con tanto di conclusiva intervista dei giornalisti come se i due stessero partecipando a un dibattito politico di Bruno Vespa; il matrimonio a sorpresa come un giallo in stile “La Pantera rosa”; la Monaca di Monza come sensuale e cinica complice di un crimine; la peste che si diffonde attraverso un giocoso e infantile “ce l’hai”. Il tema religioso, le questioni politiche ed economiche che derivano dalla personale riflessione del Manzoni alla luce della tradizione Illuminista, il rapporto fra umili e oppressi, fra chiesa e giustizia popolare, fra nobiltà e potere, nonché l’autobiografica esperienza manzoniana e il suo rapporto con le nuove idee del Romanticismo, rendono “I promessi sposi” ancora attuali. Manzoni racconta della società frivola ed egoista di un tempo. Evidenzia i privilegi di cui disponevano le persone più ricche e la sottomissione dei più poveri. Ma il bene può essere presente in ognuno di noi.