I narcotrafficanti “devoti” Pasta di coca nei ceri votivi spediti dal Perù alla Brianza Agenti infiltrati tra i corrieri

Intercettato un carico di otto chili, un uomo sotto copertura travestito da fattorino. Raffineria in un appartamento di Cesano Maderno. Sul mercato dosi per 200mila euro.

I narcotrafficanti “devoti”  Pasta di coca nei ceri votivi  spediti dal Perù alla Brianza  Agenti infiltrati tra i corrieri

I narcotrafficanti “devoti” Pasta di coca nei ceri votivi spediti dal Perù alla Brianza Agenti infiltrati tra i corrieri

di Dario Crippa

Lima. Capitale del Perù. C’è qualcuno che lavora sottotraccia e fa spedizioni di ceri votivi soprattutto, ma anche altri oggetti di artigianato locale e addirittura alimentari, destinati alla provincia di Monza e Brianza.

Strano. Perché l’indirizzo del destinatario non è quello di una chiesa, di un santuario o di una galleria d’arte.

Ma è quello di un appartamento di Cesano Maderno.

I canali internazionali di monitoraggio della polizia si accendono. C’è qualcosa che non torna. Parte un’indagine molto delicata. Sotto il coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine e in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo della polizia di Stato e la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, si comincia a scavare. La Questura di Monza e Brianza mette in pista la Squadra Mobile. La polizia peruviana individua cosa deve partire da Lima. Occorre capire che cosa stia accadendo. Anche perché gli agenti della Questura di Monza vengono presto a sapere che i destinatari di quella spedizione sono due personaggi che abitano in due piani del medesimo appartamento a Cesano Maderno: hanno 50 e 42 anni e non sono certo “angioletti”. La loro fedina penale parla di precedenti più che sospetti. In materia di droga.

Parte la macchina investigativa. La polizia peruviana individua il pacco lo scorso aprile ed effettua un’ispezione: dentro ci sono 14 ceri votivi. Sei sono normali, ma negli altri 8 sono stati occultati 8 chilogrammi di pasta di cocaina. Un chilo a cero. E si capisce che a Lima è operativa un’organizzazione criminale che invia in Italia sostanza stupefacente occultata in oggettistica di artigianato locale e religiosa e talvolta in prodotti commestibili non deperibili. La pasta di cocaina è una sostanza giallastra, simile a chewing gum. Una volta lavorata, raffinata e cristallizzata diventerà cocaina purissima. Tagliata solitamente almeno tre volte, sul mercato diventa una miniera d’oro. Almeno duecentomila euro il valore di quegli 8 kg. Le attività investigative, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Milano e dalla Procura della Repubblica di Monza, si fanno sempre più delicate.

Individuata la partita di cocaina pronta per essere spedita, le autorità peruviane d’intesa con gli organi investigativi della polizia di Stato decidono di procedere alla consegna controllata internazionale ritardando il sequestro della sostanza stupefacente, al fine di poter individuare la rete dei destinatari in Brianza e allargare le indagini a un contesto più ampio.

Dal Perù parte il procuratore di Lima, porta i ceri in Questura a Monza. Le analisi della polizia scientifica confermano tutto. Ora bisogna procedere con il cosiddetto sequestro differito. Vale a dire, il pacco verrà fatto recapitare regolarmente a Cesano Maderno. Sarà però un agente sotto copertura a effettuare la consegna. Alla data e all’orario stabilito – ore 16 di martedì scorso – al campanello dei due appartamenti di Cesano l’agente suona il campanello. I due “soci” vanno ad aprire e fanno sedere il finto fattorino. Ma su di loro piombano, a consegna effettuata, 20 poliziotti. Diciotto della Mobile, 2 dello Sco. Viene effettuato l’arresto per traffico internazionale di sostanze stupefacenti e detenzione di armi clandestine da sparo con matricola abrasa. All’esito del blitz i poliziotti peruviani vanno subito a trarre in arresto lo spedizioniere della partita di cocaina giunta in Brianza. Fine dei giochi.