
di Alessandro Crisafulli
Nuova svolta nelle indagini successive alla sparatoria dell’11 luglio a Seregno. Ieri mattina all’alba, in Calabria, sono stati arrestati il 56enne e i due figli di 31 e 29 anni che erano sulla Fiat Punto raggiunta dai colpi di pistola esplosi da un furgone Iveco Daily in via Wagner, in pieno giorno. Le indagini, infatti, hanno permesso di appurare che il conflitto a fuoco era partito proprio dagli occupanti della Punto (il padre era stato poi colpito da due proiettili alla schiena e dimesso dopo 5 giorni di ospedale). I tre, tutti commercianti di auto usate, sono indagati per tentato omicidio e porto illegale di arma in luogo pubblico. L’operazione si è svolta tra Catanzaro e Laureana di Borrello (RC) con 95 uomini messi in campo dai carabinieri della compagnia di Seregno con l’ausilio dei colleghi delle due province interessate. I militari hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa mercoledì 19 dal gip del Tribunale di Monza su richiesta della Procura. Per l’occasione, sono state svolte le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati ma anche nei confronti di diverse persone emerse, a vario titolo, durante le indagini. Utilizzati un elicottero e le unità cinofile per individuare eventuali armi, esplosivi e stupefacenti in abitazioni, garage e altri edifici tra le province di Monza e di Como. La dinamica è ormai sempre più chiara: si è trattato di un vero e proprio scontro a fuoco (non a caso l’operazione è stata battezzata Far West) tra due gruppi armati che ha interessato 400 metri di strada urbana intensamente trafficata dove, con estrema ferocia e spregiudicatezza, hanno esploso almeno 14 colpi di pistola calibro 7.65 mm, anche nelle vicinanze di un oratorio pieno di bambini.
Il furgone Iveco Daily 35 era riuscito a dileguarsi mentre la Fiat Punto, dopo essere stata colpita da vari proiettili e speronata, è concluso la corsa sul marciapiede. Subito i militari della compagnia di Seregno e del nucleo investigativo del comando Provinciale, sotto il coordinamento della Procura di Monza, hanno avviato una serrata attività di indagine che, grazie all’analisi degli impianti di videosorveglianza, ad attività di pedinamento e osservazione, numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi di tabulati telefonici nonché accurati rilievi tecnici sui 400 metri di scena del crimine, ha permesso in una prima fase di identificare la due persone che erano sul furgone, due fratelli anch’essi di origini calabresi di 28 e 48 anni, entrambi commercianti di materiali ferrosi di cui uno con precedenti per reati contro il patrimonio e porto abusivo di armi.
I due, nel pomeriggio del 13 luglio, in un’abitazione di Cesano Maderno, sono stati arrestati con un fermo di polizia giudiziaria eseguito pochi attimi prima che potessero intraprendere la fuga verso una destinazione ignota con un’autovettura Mini “pulita“, che era stata portata loro da un parente già con il pieno di carburante.
Gli approfondimenti investigativi grazie anche alla tempestiva analisi balistica effettuata dal RIS di Parma il giorno dopo il rinvenimento della pistola, hanno permesso di chiarire che il conflitto a fuoco è stato iniziato dagli uomini sulla Fiat Punto che, incrociato il furgone Iveco Daily 35, dopo aver esploso sette colpi in sequenza senza andare a segno, si sono ritrovati a essere inseguiti e oggetto dell’azione di fuoco della parte avversa.