STEFANIA TOTARO
Cronaca

Hotel di lusso, "mai conosciuto Malaspina"

Parla il commendatore Marseglia, entrato nel processo al costruttore di Vimercate per un grande albergo comprato a Venezia

di Stefania Totaro

"Non ho mai avuto il piacere di conoscere personalmente il geometra Malaspina". Parola del commendatore Leonardo Marseglia, azionista di un Gruppo che vanta un fatturato annuo di 700 milioni di euro, frutto di una serie di attività diversificate tra cui anche quella immobiliare, con cui sta cercando di accaparrarsi l’hotel Ca’ Sagredo di Venezia, un cinque stelle con tanto di affreschi del Tintoretto sulle pareti che era finito nella disponibilità del patrimonio immobiliare delle imprese di Malaspina. Il commendatore è stato convocato ieri mattina come testimone della difesa alla ripresa del processo al Tribunale di Monza che vede Giuseppe Malaspina imputato di bancarotta fraudolenta e reati fiscali insieme con una galassia di personaggi a lui vicini (impiegate, avvocati, commercialisti, geometri, architetti, ingegneri) assoldati, secondo l’accusa, allo scopo di lasciare soltanto i debiti del costruttore-immobiliarista in fallimento e trasferire illecitamente i patrimoni delle cosiddette ‘società cassaforte’. Così, secondo i pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo, sarebbe successo anche nel caso del prestigioso hotel veneziano. Le quote sono state sequestrate nel 2016 perché il loro passaggio dal Gruppo Malaspina al Gruppo Marseglia era ritenuto un tentativo mascherato di sottrarre il patrimonio alle pretese dei creditori.

Ieri in aula si è saputo che lo stesso commendatore era stato iscritto dalla Procura di Monza nel registro degli indagati, ma la sua posizione è stata archiviata. "Ci siamo aggiudicati per 34 milioni di euro un credito per 68 milioni di euro relativo a società di Malaspina messo in vendita da un istituto bancario, tra cui Ca’ Sagredo - si è limitato a dichiarare Marseglia davanti ai giudici - Quindi abbiamo formulato alla società Gimal Hotel proprietaria dell’hotel una proposta di acquisto delle quote". Una vicenda oggetto di una lunga trafila di ricorsi, che poi si è conclusa in Cassazione a favore della Procura monzese. Ora, dopo che per 7 anni il lussuoso hotel da 42 camere situato di fronte al Canal Grande è rimasto sotto la gestione dei curatori fallimentari, il Gruppo Marseglia potrebbe aggiudicarselo all’asta giudiziaria dopo avere espresso l’intenzione di saldare in un’unica soluzione tutti i creditori di Malaspina relativi alla struttura alberghiera, per un totale di oltre 61 milioni. Marseglia, che ha acceso un’ipoteca di 40 milioni di euro sull’immobile, potrebbe in questo modo posizionarsi in una situazione di vantaggio nella corsa all’acquisizione dell’hotel, a cui sarebbero al momento interessate altre due realtà.

Il Gruppo Marseglia è inoltre già proprietario a Venezia dell’Hilton Molino Stucky e dell’ex orto botanico di San Giobbe, quest’ultimo facente una volta ancora capo a Malaspina e su cui Marseglia avrebbe ora intenzione di realizzare un 5 stelle a marchio Canopy (Hilton). Dal canto suo, la difesa di Malaspina mira a scardinare il castello della pubblica accusa appellandosi alla crisi del mercato immobiliare e turistico e ieri ha chiamato a testimoniare anche due professionisti che hanno eseguito una stima dell’hotel Ca’ Sagredo con risultati molto al ribasso. Quella eseguita nel 2014 sul valore economico delle società parla di un valore del patrimonio netto in negativo per 6 milioni di euro, mentre quella del 2015 sui beni mobili dell’hotel parla di un valore di 3,2 milioni di euro.