
Un'aula
Lavorare 42 anni e vedersene riconosciuti solo 37 di contributi... storie di ordinaria burocrazia. Una storia su tante è quella di Giuseppa De Salvo, maestra elementare nelle scuole statali di Sesto e Monza, andata in pensione a 67 anni.
Come racconta il marito Vincenzo D’Alonzo (ex capostazione ed ex sindacalista), la signora ha lavorato 7 anni per accumulare contributi per l’equivalente di 4 anni di pre-ruolo, più 38 anni di lavoro come insegnante di ruolo. "Ho bussato a tutte le porte dell’Ufficio scolastico regionale (ex Provveditorato) di Milano e territoriale di Monza - racconta il marito - per la ricostruzione di carriera, da cui risultano 42 anni di servizio effettivo. Mentre poi l’Inps ne riconosce solo 37 a mia moglie.
Questo comporta una pensione ridotta, calcolata solo col sistema retributivo e non con quello contributivo che ci fa perdere ogni mese centinaia di euro di pensione.
Una materia estremamente complessa per cui anche il sindacato a cui siamo iscritti non riesce a fare nulla, così come nessuno dei tre studi legali per i quali collaboro".
Ad incidere negativamente, si aggiunge che dal ’74 all’82, gli insegnanti erano dipendenti del Ministero del Tesoro e non dell’Istruzione e il loro ente di riferimento pensionistico non era l’inps, ma l’Inpdap.