Che possibilità hanno i carabinieri di ricevere uno sfratto, ora che l’edificio è stato comprato all’asta da un privato? A guardare le carte, sembra ben poche. Il fabbricato, 4 piani e 1.900 metri quadrati di superficie adibiti a caserma e alloggi dei militari, è stato costruito 20 anni fa su un terreno comunale. Il Piano di governo del territorio e, prima ancora, il Piano regolatore lo hanno destinato a soli servizi pubblici. Null’altro. Nel caso questo vincolo urbanistico non dovese essere sufficiente, il Comune è pronto ad appesantirlo prevedendo un uso solo militare. "Siamo pronti a irrigidire i parametri per confermare la vocazione militare dell’area", dice il sindaco Mauro Capitanio. "Ma già ad oggi la situazione è blindata." Il Pgt della città, in passato sede della dogana, assegna all’edificio solo funzioni amministrative. "Comunque tutti servizi coordinati dal Comune - precisa il primo cittadino - Non possono ad esempio insediarsi nemmeno istituti scolastici, né istituti religiosi". Stando così le cose non c’è nessuna possibilità di trasformare il fabbricato di fianco alla scuola elementare in abitazioni, negozi o uffici privati.
E dal Comune assicurano che nessun cambio d’uso saranno concesso ai nuovi proprietari che all’asta del 21 gennaio, bandita dal Tribunale di Monza dopo il fallimento della società immobiliare Edilteco, hanno soffiato l’edificio al Comune con un’offerta di 1 milione di euro, partendo da una base d’asta di 862 mila euro. Il canone d’affitto della caserma oggi è di circa 140mila euro l’anno. Il che vuol dire un rendimento del capitale investito nell’operazione del 14%. A rafforzare l’ottimismo del sindaco è che non è arrivata nessuna comunicazione dai vertici dell’Arma o dal ministero dell’Interno di voler spostare i carabinieri altrove. Anzi pare che l’intenzione sia quella di mantenere il presidio militare. Non solo. Nella perizia giudiziaria si scopre che l’immobile è stato costruito sulla base di una convenzione stipulata dagli ex proprietari, la società Edilteco, il 18 febbraio del 2000 con il Comune di Concorezzo "per la concessione di area in diritto di superfice" dove costruire ma anche "mantenere" la caserma. L’immobile è stato venduto all’incanto dopo il crack del proprietario, la società Edilteco dichiarata fallita il 24 giugno 2014.
Antonio Caccamo