Fabio Lombardi
Cronaca

Con Lecco, Como e pure Sondrio: Valli (ri)lancia l'idea della Grande Brianza. Il dibattito anche su twitter

La proposta lanciata nel convegno in Villa Reale con il ministro Martina. L'imprenditrice Ambra Redaelli commenta sul social: "Anacronistico"

Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza

Monza 21 aprile 2015 - Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza ha (ri)lanciato con forza l'idea della Grande Brianza. Lo ha fatto lunedì mattina nel corso del suo intervento al Forum "Ripensare l'Italia dei territori. Le sfide future, i nuovi protagonisti" che si è svolto in Villa Reale alla presenza del ministro alle Politiche agricole e alimentari, con delega a Expo, Maurizio Martina. Fra i temi affrontati non solo quello delle giovani imprese innovative (le start up), ma anche quello del futuro dei territori. Due cose che paiono distanti, ma non lo sono. Perché lo sviluppo economico è fortemente legato ai territori e al buon funzionamento di istituzioni, associazioni ed enti territoriali possono fare le fortune, o le sventure, di un’impresa.

«Dobbiamo valorizzare questa nostra identità di Grande Brianza: da Monza a Lecco, da Sondrio a Como. L’identità di quell’area Pedemontana tenuta insieme da una forte vocazione manifatturiera, altamente qualificata e conosciuta in tutto il mondo. La Brianza è una realtà specifica, autonoma, diversa - ha detto il presidente della Camera di commercio, Carlo Edoardo Valli rivolgendosi al ministro Martina - ma complementare a quella della Milano dei servizi avanzati, con la quale dobbiamo sì collaborare, mantenendo però ben salda la nostra identità... Credo che lei, caro ministro possa capire e sostenere questo disegno di dare vita a una Grande Brianza, che ha un suo valore come territorio autonomo e che interpreta un saper fare impresa specifico, diverso da quello della città metropolitana. Anche perché Milano é una realtà molto legata ai servizi, alle sedi legali delle imprese… Ma poi i capannoni, il lavoro, i dipendenti, l’anima manifatturiera rimangono qui in Brianza».

«Quello che a nostro avviso ora non combacia - ha proseguito Valli - è rischiare di essere attirati in maniera debole dalla Grande Città metropolitana che vive di una sua dimensione simbolica, perché a fare la periferia della periferia non ci guadagna nessuno: né Milano né Monza. E quindi, le Brianze hanno bisogno di lavorare e semplificare insieme, hanno bisogno di strutture condivise (dalle Camere di commercio alle associazioni di categoria) a servizio di questo mondo omogeneo, ma al tempo stesso variegato e complesso, della manifattura che resta uno dei motori del nostro Paese e dell’Europa. Questo è un aspetto fondamentale in un periodo di riorganizzazione delle Province, e delle Camere di commercio, sulle quali in particolare mi auguro possa esserci un ripensamento da parte del governo affinché si possa fermare questa deriva, fatta di tagli che, a fronte di un esiguo risparmio per le imprese, priva i territori di importanti risorse e progettualità. E oggi, più che mai, dobbiamo portare avanti insieme questo progetto della Grande Brianza!».

Il tema del "futuro della Brianza" alla luce della Riforma Delrio e alla ridefinizione delle Province non è certo nuovo. Ma negli ultimi tempi si è riacceso anche alla luce di altre vicende. Difficile non leggere nelle parole di Valli un riferimento, e un’alternativa, all’operazione che sta portando (non senza divisioni interne con lettere pubbliche di "dissidenti" e il comitato della Piccola impresa - 90% degli associati - che ha votato contro), alla fusione fra Assolombarda e Confindustria Brianza. Non a caso ieri, una delle componenti del Condiglio di Confindustria Ambra Redaelli, sostenitrice della fusione con Assolombarda, ha replicato alla proposta di Valli via Twitter: "Dico questo al progetto di Valli della Grande Brianza", ha scritto in un primo tweet. E poi in un secondo cinquettio: "Se Valli pensa che la Brianza possa essere considerata periferia nell'area metropolitana è perché non crede nel suo valore". Un'aggregazione che, per la sua portata, potrà avere ripercussioni sull'assetto delle associazioni e degli enti territoriali (fra cui anche Camera di commercio di cui Valli è presidente). C'è chi ad esempio, la Cisl, già due anni fa aveva scelto di andare nella direzione ora indicata da Valli unendosi con la Cisl di Lecco.