Monza, Gran Premio a perdere: buco da 12 milioni

Il presidente Aci: l’attuale contratto per la gara a Monza non è più sostenibile. Senza sconti addio alla F1

Gran Premio di Monza (Radelli)

Gran Premio di Monza (Radelli)

Monza, 25 settembre 2018 - «Così com'è il contratto non è più sostenibile da un punto di vista economico. Se non si troverà un accordo con Liberty Media, dopo il 2019 non saremo in grado di garantire la nostra presenza nel calendario della Formula Uno». Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile club d’Italia, è realistico. Gli incassi dalla vendita dei biglietti non sono sufficienti a coprire i costi di organizzazione di un Gran premio. A maggior ragione alle condizioni attuali. Imposte da Bernie Ecclestone nel 2016 ed ereditate dai nuovi proprietari del circus iridato. «Potevamo scegliere se bere o affogare, abbiamo bevuto ma non siamo più in grado di andare avanti», chiarisce Sticchi Damiani.

Ed è così anche nel resto d’Europa: «Tutti soffrono, la Germania, il Belgio, Silverstone». Tutto è iniziato quando il signor Red Bull, Dietrich Mateschitz, fu disposto a pagare 28 milioni di dollari per riavere un Gran premio di Formula Uno in Austria: «Un precedente che poi è stata la base - a scendere - su cui sono state imbastite le trattative di rinnovo con gli altri circuiti». Compreso Monza. Che per il triennio 2017-2019 paga complessivamente 68 milioni: 22 i primi due anni, 24 la prossima stagione: «Rispetteremo le condizioni del contratto attuale ma non potremo andare oltre se non cambiano gli accordi», ribadisce il presidente Aci. Per onorare gli impegni presi con Ecclestone e salvare il Gp d’Italia, il Governo lo ha autorizzato a utilizzare le risorse di bilancio Aci, comprese quelle che lo Stato riconosce per la gestione del Pubblico registro automobilistico. Per i 3 anni di contratto ha ricevuto anche 15 milioni da Regione Lombardia. Ma dal prossimo anno è tutto da rifare.

«Dalla Regione hanno confermato l’impegno a voler continuare a sostenere il Gp con una cifra importante – fa il punto Sticchi Damiani –, tuttavia, al netto di tutti i contributi, lo scorso anno il Gran premio ha chiuso con una perdita tra gli 11 e i 12 milioni. E sarà così anche per la gara di quest’anno». I 183mila che a inizio settembre hanno riempito l’autodromo di Monza nel fine settimana della F1 non bastano. «C’è anche un problema legato alle hospitality – aggiunge –. Non poter disporre delle salette significa non poter avere entrate importanti. E ovviamente, se Liberty Media ci lasciasse la gestione delle hospitality, a parte quelle a loro riservate per il Paddock Club, potremmo fare un ragionamento differente sulle cifre del rinnovo del contratto».

Aci punta a un accordo di cinque anni, almeno per festeggiare il centenario del Tempio della velocità nel 2022. Certo, «Liberty ci ha sempre assicurato che la Formula Uno non può fare a meno di Monza ma allo stato attuale è un evento che produce una perdita insostenibile – constata Sticchi Damiani –. Oltretutto, secondo le regole dell’Unione europea, non possiamo ricevere aiuti di Stato. In ogni caso, spero entro la fine dell’anno di riuscire ad arrivare a una trattativa sostenibile».