Gli anarchici della porta accanto "Il centro sociale inneggia a Cospito"

I vicini di casa del Boccaccio contro gli striscioni degli antagonisti: abbiamo paura, le istituzioni intervengano

Migration

di Martino Agostoni

Il caso Cospito e la ripresa in tutta Italia delle agitazioni dei gruppi antagonisti, cresce la preoccupazione anche a Monza con i residenti della zona di via Timavo, vicini dell’area occupata dal centro sociale Foa Boccaccio, che si sentono in prima linea. Ieri è stato lanciato un allarme da chi da quasi 2 anni deve convivere a poca distanza dal centro sociale monzese e, con una lettera inviata via pec alle istituzioni nazionali e locali che si occupano di sicurezza e alle forze dell’ordine, è stato denunciato che da domenica all’esterno dell’area occupata dal Boccaccio sono comporsi degli striscioni a favore dell’anarchico Alfredo Cospito.

"Siamo estremamente preoccuparti dopo aver visto di cosa sono capaci questi delinquenti e vogliamo nuovamente chiedervi perché state permettendo tutto questo? – scrivono i residenti di via Timavo –. Perché state permettendo a questi anarchici di terrorizzare i residenti, ignorando da quasi due anni le nostre chiamate, le nostre segnalazioni aspettando che succeda qualcosa irreparabile?". La lettera ricorda i diversi episodi di violazione delle norme e delle regole di civile convivenza che hanno caratterizzato la presenza del centro sociale nel zona di via Timavo e, in generale, in città, con imbrattamenti, danneggiamenti, occupazioni, attività abusive e disturbo. "Siamo estremamente preoccuparti anche dall’arrivo della primavera – proseguono – che, se non sarà effettuato lo sgombero, per noi residenti significherà di nuovo subire concerti ogni fine settimana fino a notte inoltrata e raduni che già sin da ora cominciano a pubblicizzare sui social. Quindi vi stiamo chiedendo se veramente avete intenzione di ignorare tutta questa situazione finché veramente succederà qualcosa di irreparabile".

Ieri, sentita la Questura di Monza, non è stata data una replica alla lettera dei residenti di via Timavo, mentre da parte del Comune il sindaco Paolo Pilotto ha spiegato che "è una delle lettere che da tempo riceviamo dopo che la Procura non ha dato seguito allo sgombero. Il Comune tiene rapporti costanti con chi guida l’ordine pubblico sul territorio, collaboriamo e ci confrontiamo costantemente sui temi della sicurezza che però – conclude il sindaco – sono una competenza di Prefettura e Questura".