Gli agenti: "Il carcere? Un manicomio criminale"

Paolo Piffer chiede il garante dei detenuti. Sindaco d’accordo: in agosto. un incontro con la direzione

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di Marco Galvani

Aggressioni all’ordine del giorno, sovraffollamento, detenuti con problemi psichiatrici, mancanza di educatori: "Il carcere di Monza è diventato un manicomio criminale, gli agenti stanno pagando a caro prezzo le mancanze croniche dello Stato. E i disagi li stanno vivendo anche i detenuti".

Domenico Benemia, presidente della UilPa Polizia penitenziaria, allarga il campo della protesta. Non è più soltanto un problema del "personale che ha perso il senso del proprio lavoro", ma anche di chi sta scontando la sua condanna in via Sanquirico, struttura "non adeguata per certi soggetti". I detenuti sono oltre 600, in questi giorni si stanno spostando i cosiddetti protetti in altri istituti e presumibilmente si scenderà intorno a quota 580, ma "speriamo che la sezione liberata non venga riempita portando reclusi da fuori – auspica il sindacalista –. Si potrebbe rispondere al sovraffollamento ridistribuendo i detenuti su tutte le celle disponibili. Oggi in alcune sezioni abbiamo tre persone in celle pensate per ospitarne due, un detenuto deve dormire su una brandina pieghevole. Con la sezione protetti liberata potremmo facilmente togliere almeno 50 brandine e fare respirare i detenuti".

Il caldo non aiuta la convivenza e "paradossalmente c’è chi pensa che sia meglio finire in isolamento visto che sei da solo e con un bagno personale". Gli agenti sono al limite. Gli educatori sono 4, mentre dovrebbero essere il doppio. "Un carcere efficiente deve garantire diritti ai detenuti, tutelare gli agenti e gli operatori che ci lavorano e anche l’amministrazione comunale non può far finta che non sia un problema suo – la linea di Paolo Piffer, consigliere comunale di Civicamente –. Servono subito provvedimenti perché siamo nel pieno di una emergenza. Chiedo che vengano istituiti il garante dei detenuti e una commissione straordinaria sul tema del carcere".

L’impegno del sindaco Paolo Pilotto punta subito a "rinnovare il rapporto con tutti gli enti e le istituzioni che ruotano attorno al carcere per arrivare ad attivare la figura del garante provinciale per i diritti dei detenuti e anche per favorire le occasioni di lavoro all’interno e all’esterno dell’istituto. A inizio agosto incontrerò la direttrice della casa circondariale, per noi il carcere è un luogo dove abitano persone che consideriamo cittadini monzesi".