STEFANIA TOTARO
Cronaca

"Gianluca non è morto per l’aggressione"

Il superperito dà ragione a Mario Colleoni, che dopo una lite col figlio che abusava di alcol e droga lo aveva colpito con un batticarne

di Stefania Totaro

"La causa di morte non è da ascrivere allo stress per l’aggressione". È la conclusione sulle cause dell’infarto che ha ucciso Gianluca Colleoni fatta dal consulente medico nominato dalla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Emanuela Corbetta, chiamata a decidere le sorti giudiziarie di Mario Colleoni, il pensionato di 72 anni che la mattina di domenica 9 dicembre 2018 ha aggredito, dopo l’ennesima lite nella loro villetta di via Modigliani 10 a Muggiò, colpendolo alla testa con un batticarne, il figlio di 48 anni che da anni abusava di droga e alcol. L’autopsia eseguita sul corpo del 48enne ha evidenziato la morte per infarto, ma la pm monzese Stefania Di Tullio ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario del 72enne concludendo che i colpi inferti hanno causato al figlio "l’insorgenza di reazioni stressogene da aggressione" tali da provocarne la morte. Una conclusione a cui si oppone l’avvocata Manuela Cacciuttolo, che difende il pensionato. La legale si è rivolta per la consulenza tecnica al medico legale Arnaldo Migliorini e al professor Domenico Corrado, cardiologo dell’Università di Padova che si è occupato anche del caso Astori, il calciatore morto nel sonno per problemi al cuore. Secondo questa perizia, la reazione di stress che ha portato all’ischemia mortale di Gianluca Colleoni è stata causata non dai colpi ricevuti, ma da fatti precedenti: il 48enne aveva avuto un incidente stradale poche ore prima e aveva distrutto l’auto e, a causa dell’assunzione di sostanze alcoliche e stupefacenti, era in preda a uno stato di forte agitazione, che lo aveva portato a inveire violentemente tra le mura domestiche.

Quindi non esiste per la difesa il nesso causale tra il decesso e i colpi inferti dall’imputato. La giudice ha quindi deciso di disporre una terza consulenza, nominando d’ufficio un proprio perito, che avalla la tesi della difesa, sostenendo l’esistenza di molti fattori per la morte improvvisa del 48enne indipendentemente dall’aggressione subìta. "La vittima presentava le condizioni di massima vulnerabilità nell’esposizione agli effetti tossici dovuti alla contemporanea assunzione di alcol e droga - ha concluso il consulente della giudice - Nel suo quadro clinico patologico coesistevano molteplici fattori che lo predisponevano alla morte improvvisa, indipendentemente dall’aggressione subìta. A conferma si deve osservare che non oppose alcuna reazione di difesa all’aggressione, il che non fa ritenere che lo stress emotivo sia stata causa scatenante dell’evento mortale. In base a quanto emerge dalla storia clinica e alle evidenze emerse, il decesso è avvenuto per morte improvvisa, ma non inattesa. La morte improvvisa avrebbe potuto manifestarsi egualmente in circostanze del tutto diverse da quelle intercorse e, solo per casualità, ha coinciso con l’aggressione". Sull’esito di questa perizia si è svolto un confronto tra i diversi consulenti delle parti al processo con il rito abbreviato, che ora è stato rinviato al 20 ottobre, dove la difesa chiederà l’assoluzione dell’imputato. Al processo si è costituita parte civile per il figlio di 9 anni la ex compagna di Gianluca Colleoni.