Era stato arrestato nel 2019 dalla Digos e dall’Fbi a Kobane, in Siria, dove era finito in mano ai curdi, con l’accusa di essere uno spietato guardiano della Sharia, al soldo dello Stato Islamico. A novembre, mentre scontava in carcere la condanna a 4 anni ed era in procinto di tornare in libertà, è stato raggiunto da un secondo round di accuse che hanno prolungato la sua permanenza dietro le sbarre. Samir Bougana, il 28enne foreign fighter di Gavardo, per la procura non sarebbe solo uno jihadista, ma anche un picchiatore e torturatore di curdi yazidi che non si piegavano ai talebani. Cresciuto nel Bresciano, il giovane marocchino si è sempre professato innocente. Il trasferimento in Siria, tra il 2014 e il 2015, sarebbe avvenuto a suo dire per scopi umanitari. La seconda inchiesta - il processo inizierà il 13 ottobre - nasce dalle dichiarazioni di un rifugiato siriano in Germania picchiato e torturato con scariche elettriche, che gli hanno lasciato cicatrici, danni permanenti e deficit neurologici. La vittima lo avrebbe riconosciuto come uno degli aguzzini che nel 2014, durante la prigionia. lo avrebbero legato, appeso al soffitto su una sedia metallica, picchiato con bastoni e tubi di metallo, e fatto oggetto di scariche elettriche. B.Ras.
CronacaGavardo, al soldato contestate torture
Gavardo, al soldato contestate torture
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