Liceo Frisi: spogliatoi imbrattati, niente palestra per tre settimane per 1.300 studenti.
"Nonostante i continui richiami al comportamento civile, sono ricomparse le scritte volgari sui muri dello spogliatoio maschile. Il fatto è ancora più disdicevole alla luce dei numerosi interventi educativi e delle ore di educazione civica". Comincia così la circolare della dirigente del liceo scientifico Frisi, Lucia Castellana, dopo che sui muri, appena imbiancati, dello spogliatoio maschile sono ricomparse scritte boccaccesche e parolacce.
La preside ha dato l’aut aut: "Si attenderà una settimana per dare tempo ai responsabili o a chi volesse fornire informazioni di passare in vicepresidenza. Nel caso in cui nessuno lo faccia, i docenti del dipartimento di Scienze motorie sospenderanno l’attività pratica e terranno lezioni teoriche con voto. Nel frattempo, gli stessi docenti provvederanno a ripristinare gli ambienti, come già fatto l’anno passato". Detto fatto. Nessuno si è fatto vivo e le lezioni di scienze motorie saranno teoriche, in classe, per tre settimane.
Docenti, studenti e genitori sono tutti concordi nello stigmatizzare il gesto, ma sul provvedimento adottato i pareri sono divisi. "Non è giusto che per colpa di un gruppetto nessuno faccia lezione in palestra", dice Salvo, uno degli studenti. "Per me il provvedimento non serve – gli fa eco Federico – la stessa scritta era comparsa lo scorso anno. L’interdizione delle lezioni in palestra enfatizza il gesto".
Secondo Valeria la punizione vuole essere un provvedimento esemplare per tutta la scuola. Per Marco la scritta era cancellabile: "Si poteva far pulire agli studenti su base volontaria; spronando a non farlo più".
Giusy Cafaro, rappresentante dei genitori nel consiglio d’istituto, suggerisce un maggior controllo: "Si potrebbe incaricare uno studente per classe di controllare che gli ambienti vengano lasciati in ordine come si trovano. Così, se compare qualche scritta, si individua almeno la classe. Gli ambienti non vanno imbrattati, ma è antidemocratico un provvedimento punitivo per tutti". "Non si tratta di una punizione – tiene a precisare la preside – vogliamo far riflettere che gli ambienti sono di tutti e tutti dobbiamo contribuire a tenerli in ordine. Non siamo per i controlli: la scuola ha una funzione educativa non di controllo e repressione. Controllare tutti diventa impossibile. Non incoraggiamo la delazione, ma gli studenti dovrebbero riflettere tra loro e stimolare chi ha fatto il gesto a presentarsi, dimostrando un ravvedimento".
Il presidente del Consiglio d’istituto Marco Ghezzi evidenzia la necessità di sensibilizzare i ragazzi a non deturpare gli ambienti, ma non possono essere puniti tutti per un atto commesso da alcuni.
In particolare, non è giusto per le ragazze. "Per questo mi sarei aspettato una sollevazione di almeno 100 studenti – dice Ghezzi – dovrebbero essere indignati per un provvedimento che colpisce tutti. Invece sono silenti e quasi anestetizzati".
Si aggiunge il giallo del cartello comparso e poi rimosso negli spogliatoi, firmato Monza Antifa: "Molti provvedimenti per una scritta innocua, ma nessuno per le svastiche e le affermazioni antisemite nei bagni".