
Frecciarancio, i pendolari a Salvini "Due giorni per non perdere il tram"
di Gabriele Bassani
La risposta di Salvini non convince i sostenitori del tram della Comasina, che a questo punto hanno iniziato il conto delle ore: ne mancano meno di 48 ore alla scadenza del termine per mantenere vivi i quasi 60 milioni di euro di finanziamento statale. Se non ci sarà un atto di deroga, quei fondi rischiano di andare persi per sempre e le probabilità di veder realizzato il progetto di riqualificazione della linea di tram Limbiate-Milano si ridurranno praticamente a zero.
Mauro Anzani, Jacopo Stocco e Michele Reggiani, dell’associazione Utenti trasporto pubblico e del gruppo Salviamo il tram della Comasina, hanno subito replicato all’intervento del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, che qualche giorno fa ha risposto alle lettere preoccupate dei sindaci della tratta.
"Abbiamo letto con piacere la sua recente nota, avremmo però due quesiti a cui sarebbe necessaria una risposta urgente – scrivono i rappresentanti dei pendolari che hanno utilizzato il tram Frecciarancio fino a quando è stato in servizio, ovvero fino al 30 settembre 2022 –. È stato fatto l’adeguamento prezzi con il nuovo prezziario regionale a cui si accennava in una precedente lettera inviata dal Comune di Milano? È stata accordata la proroga dei Fondi Fsc 2014-2020 oltre il 30 giugno allo scopo di non perdere il finanziamento accordato mediante questo capitolo di spesa (59 milioni di euro)?".
Dai comitati sottolineano che, oltre alle rassicurazioni e alle promesse, servirebbero degli atti. "Sarebbe veramente una beffa perdere il finanziamento per un mancato atto formale", scrivono Anzani, Reggiani e Stocco, che hanno inviato la lettera, per conoscenza, anche a tutti i sindaci della tratta, da Limbiate a M3 Comasina a Milano, passando per Varedo, Senago, Paderno Dugnano e Cormano.
"Sono passati più di 6 mesi dalla chiusura della linea tranviaria ma, a parte le rassicurazioni che apprezziamo, non c’è stato alcun atto concreto per sbloccare il progetto che sarebbe già appaltabile se solo si integrasse il finanziamento. Chiediamo se sia possibile valutare la possibilità di attingere fondi da progetti attualmente non realizzabili, come fatto anni fa con il fondo revoche-riassegnazioni".
I comitati dei pendolari chiedono una risposta "circostanziata e non affidata a generici comunicati stampa", aggiungendo che "ci sentiamo un po’ presi in giro, visto che questa è la quarta lettera che le scriviamo in merito". In Regione Lombardia intanto, il Partito Democratico ha presentato una mozione urgente per chiedere al presidente Fontana e alla Giunta di sollecitare il Governo a reperire i fondi mancanti e una proroga, dal 30 giugno al 31 dicembre, per attivare la procedura di gara. La mozione è stata bocciata in aula. "Purtroppo – commenta il consigliere regionale Gigi Ponti – la maggioranza di centrodestra non ha voluto votare a favore della mozione, prendendosi la responsabilità di lasciare nell’incertezza un’opera che ha bisogno dell’impegno concreto di tutti i rappresentanti delle istituzioni, senza distinzioni politiche, a favore delle migliaia di pendolari".