
di Antonio Caccamo
"Sembra che ci sia da registrare “una falla“ nelle norme di sicurezza in vigore adottate dall’Autorità di Sicurezza Ferroviaria Italiana (ANSF), che non prevedono sistemi di sicurezza in caso di cabine di guida senza ferrovieri a bordo", dice Dario Balotta, esponente di Europa Verde riferendosi all’incidente del treno fantasma avvenuto una settimana fa.
A suo dire l’incidente si sarebbe potuto evitare: "Sarebbe bastato un semplice sistema di frenatura automatica (utile anche in caso di superamento di un semaforo rosso) che però non è previsto dalle norme di sicurezza italiane, mentre invece è adottato da tutte le ferrovie europee". Invece il convoglio di Trenord ha viaggiato per 10 chilometri senza guida e senza personale a bordo prima di essere mandato a schiantarsi sul paraurti del binario morto della stazione di Carnate. Balotta, cremonese di 67 anni, anche se vive sul lago d’Iseo, è ex sindacalista (dal 1997 al 2007 segretario generale della Fit Cisl in Lombardia) e fondatore e presidente dell’Osservatorio nazionale sulle liberalizzazioni delle Infrastrutture e dei Trasporti (ONLIT). Un esperto in fatto di ferrovie e treni. E’ stato Capo gestione delle FS e addetto al Piano generale dei trasporti del ministero dei Trasporti dal 1984 al 1986.
Esclude errori del macchinista del treno di Carnate: "Non per partigianeria ma perché è nella logica delle cose. Il treno sarebbe ripartito 30 minuti dopo. Il macchinista ha sicuramente fatto tutte le manovre di stazionamento". A suo dire: "La causa che ha consentito al treno di Carnate di “scivolare“ senza guida - è da ricercare nel malfunzionamento del freno di stazionamento, ma resta inspiegabile il perché gli apparati di sicurezza successivi non siano scattati".
Malfunzionamento che può essere dovuto "alle pastiglie, ai ceppi o a e decompressioni anche minime". Balotta mette sulla scena una terza figura, oltre al capotreno e al guidatore che nella pausa di quasi mezzora erano andati a pranzare al bar. Cioè il capostazione di Paderno: "se era li, come pare, e ha visto il treno muoversi sarebbe bastato andasse in fondo al convoglio e tirare una leva che lo avrebbe fatto fermare".
Cosa può essere successo dopo? "Il Sistema di controllo marcia treni (Scmt) installato su quel treno è un dispositivo che non funziona a convoglio spento", spiega l’ex sindacalista. A suo avviso, però, "in caso di malfunzionamento (o assenza) del Scmt, sarebbe bastato un semplice sistema di frenatura automatica". Balotta segnala "la vetustà dei mezzi e i continui guasti che essi incontrano durante il servizio provocando ritardi, disservizi e qualche volta incidenti" .
Il 10766 di Carnate "è un modello che ha 44 anni di attività. Di convogli così ce ne sono ben 33 nella flotta di Trenord". Il pericolo sarebbe dunque dietro l’angolo: "Il cambio della direzione di marcia effettuato a Paderno è una manovra che si ripete almeno 32 volte al giorno per 365 giorni all’anno con treni simili a quello deragliato, tanti sono i convogli che fanno andata e ritorno su questa tratta.