
di Alessandro Crisafulli
Sono passati 19 anni. Un bel pezzo di vita - era un mondo totalmente diverso da quello odierno - quando Comune di Desio e vari operatori privati mettevano nero su bianco, e firmavano, tutti gli atti per il Piano integrato di intervento dell’area ex Tilane.
Un piano tanto atteso, discusso, ambizioso, che doveva trasformare una vecchia fabbrica abbandonata in un nuovo gradevole e confortevole quartiere centrale, con residenze di livello, centro commerciale, un ampio parco verde attorno, percorsi pedonali, arredo urbano. Case e supermercato sono in piedi da parecchio tempo. Tutto il contorno verde, invece, è rimasto in totale stato di abbandono e degrado. Con la storica torre piezometrica, salvaguardata a testimonianza della fabbrica e che doveva essere riqualificata, ormai pericolante. Con l’invasione di ambrosia e varia forestazione. Con le recinzioni crollate durante i temporali di un mese fa. Proprio a causa dei disastri meteorologici la situazione di incuria e pericolosità è aumentata, tanto da convincere il sindaco Simone Gargiulo a firmare una ordinanza urgente rivolta ai proprietari, per ripristinare le condizioni di sicurezza nell’area. Per poi, finalmente, andare a mantenere fede agli obblighi e quindi concludere gli interventi sul verde e l’arredo urbano. "Dato atto che i soggetti attuatori partecipano in solido agli obblighi contenuti nella convenzione urbanistica originaria – sottolinea il primo cittadino nella prima parte del documento – tra i quali è prevista anche la sistemazione degli spazi a verde interni all’isolato, l’articolazione dei percorsi pedonali e delle diverse aree ricreative; vista l’estrema pericolosità che incombe sulle aree ove dovranno essere realizzate le opere di urbanizzazione non ancora completate; ritenuto che non si possano escludere pericoli di crollo dalla torre piezometrica e quindi minaccia per l’incolumità delle persone ed eventuali danni alle proprietà confinanti...". Quindi si arriva agli obblighi imposti ai diretti interessati: l’immediata rimozione delle parti pericolanti; l’esecuzione di tutte le opere necessarie al fine di garantire la salvaguardia e sicurezza della incolumità delle persone e delle cose, la messa in atto di tutti gli interventi necessari per ristabilire il decoro urbano e la sicurezza pubblica. "In special modo riferibili al ripristino della recinzione del lotto, all’illuminazione delle aree non recintate, nonché allo sfalcio e alla sistemazione della vegetazione". Trenta i giorni di tempo concessi ai privati per rimettere le cose al loro posto. L’intenzione è poi quella di riprendere in mano la definizione del progetto di tutela storico-architettonica della Torre e di arrivare alla conclusione di tutte le opere siglate l’1 ottobre del 2004. Dopo 19 anni, potrebbe essere il momento opportuno.
