Ex Buon Pastore e incubo tre torri Occhi puntati sul Consiglio di Stato

Il 3 febbraio è attesa la sentenza sul ricorso contro il vincolo paesaggistico presentato dal costruttore. Il Comitato dei residenti: "Traditi da questa amministrazione, voltafaccia dopo la campagna elettorale"

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di Cristina Bertolini

Comitato Buon Pastore: no alle tre torri da 9, 10 e 12 piani fino a 38 metri di altezza. Occhi puntati sul calendario, in attesa del 3 febbraio 2023, quando il Consiglio di Stato si dovrebbe pronunciare sul ricorso presentato dal costruttore BP Reale Estate (pendente da 5 anni), per decidere se Villa Angela, la Chiesa Panottica e il parco attorno (24mila e 800 metri quadrati) hanno interesse storico paesaggistico. L’ente aveva dichiarato il complesso di interesse storico artistico, nel 2005, in occasione della cessione dall’istituto religioso alla società acquirente che perciò lo aveva acquistato sapendo che era vincolato. Da tempo il Comitato civico di residenti aveva proposto alle diverse amministrazioni di utilizzare lo stabile come sede per una biblioteca, lasciando il parco ai cittadini. "A sostegno delle valutazioni della Sovrintendenza, supportate da mappe e documenti - fa notare l’avvocata Emanuela Beacco - anche noi come comitato civico, lo scorso 23 dicembre avevamo notificato al Consiglio di Stato un intervento “ad opponendum”, contro la rimozione del vincolo posto dalla Sovrintendenza: Villa Angela, chiesa e parco costituiscono un’importante testimonianza di stile Liberty, di identità culturale della città e l’ultimo polmone di verde storico nel cuore di Monza". BP Real estate aveva fatto un primo ricorso al Tar contro il vincolo nel 2005 che però fu bocciato dal tribunale di primo grado. Da qui il ricorso in appello nel 2018. "Sulle destinazioni dell’area possiamo discutere, ma ci sentiamo traditi dall’attuale amministrazione comunale - fa osservare la presidente del Comitato Silvia Castagna - Paolo Pilotto e Marco Lamperti, a giugno, candidati alle elezioni si erano fatti paladini dell’urbanistica partecipata ed erano contrari alle tre torri. Una volta diventati sindaco e assessore hanno a avallato il progetto, confermando le volumetrie approvate dalla Giunta Allevi. Ci sentiamo traditi da chi, dai banchi dell’opposizione, aveva fatto ben altre promesse". In questi casi si agita sempre l’ombra nera del danno erariale e lo spettro del risarcimento alla società proprietaria dell’area.

"Niente affatto - sottolinea l’avvocato Beacco - non esistono diritti urbanistici acquisiti o aspettative consolidate del privato. L’Amministrazione comunale ha grande discrezionalità. Anche se il Pgt individua destinazioni e volumetrie, il piano attuativo può modificare le volumetrie. Gli unici casi in cui il privato ha un’aspettativa qualificata sono se esiste già una convenzione urbanistica firmata con il Comune; se il permesso di costruire è già stato rilasciato e se la zona è un’unica area agricola interclusa. Nessuna di queste condizioni è verificata in questo caso".