Oligarca russo a Cesano, congelata Eurochem Agro Spa: lavoratori senza stipendio

Effetto boomerang delle sanzioni a Cesano Madermo. I dipendenti non vedranno neanche la tredicesima e temono per la produzione a gennaio

Alcuni lavoratori della Eurochem

Alcuni lavoratori della Eurochem

Lavorano in un’azienda ‘congelata‘, ma le temperature non c’entrano: questo mese sono rimasti senza stipendio e senza tredicesima e non per lo stato di salute della società, che anzi è ottimo. A Cesano ci sono 18 lavoratori di una delle più importanti aziende di produzione di fertilizzanti al mondo, finita nel mirino delle sanzioni internazionali perché la proprietà è indirettamente collegata a un oligarca russo e che, di fatto, non sanno quale sarà il loro destino.

Le autorità italiane hanno disposto il congelamento nei confronti di Eurochem Agro Spa, 127 milioni di fatturato nel 2021, parte del gruppo di Eurochem di Andrey Melnichenko, noto alle cronache anche per essere il proprietario del Sy A, il più grande yacht a vela del mondo attualmente bloccato nel porto di Trieste. "Da mesi ogni nostra operazione deve passare attraverso il Csf, Comitato di sicurezza finanziaria, che deve autorizzare ogni movimento di denaro, in entrata e in uscita, allungando a dismisura i tempi", spiegano i lavoratori dell’azienda.

Fabio Morelli, Barbara Borroni e Dario Bergesio parlano anche a nome dei colleghi e sottolineano: "Non abbiamo mai avuto problemi con l’azienda, che ha sempre rispettato i propri doveri, ma oggi è diventato praticamente impossibile lavorare e non abbiamo risposte dalle autorità italiane a cui dobbiamo fare riferimento. Passano giorni e settimane prima di avere riscontri alle diverse richieste e questo rallenta notevolmente l’operatività dell’azienda. Noi ad oggi non sappiamo quando verremo pagati per dicembre e per la tredicesima e soprattutto non sappiamo se potremo riprendere a lavorare normalmente a gennaio, considerando che nel nostro settore, più del 50% del fatturato viene generato nei primi tre mesi dell’anno".

Le sanzioni qui hanno avuto l’effetto concreto di un boomerang e 18 famiglie italiane ora si trovano in difficoltà. ​«In questa situazione non possiamo fare progetti, dobbiamo necessariamente contenere le spese a fare delle rinunce nonostante continuiamo a lavorare a tempo pieno per un’azienda in ottima salute e che tra l’altro riveste un ruolo importantissimo nella fornitura di prodotti per le aziende agroalimentari di tutta Italia". 

Un’eventuale riduzione o sospensione dell’operatività di Eurochem Spa porterebbe senz’altro, nel breve termine, a grossi problemi di approvvigionamento da parte di molte aziende agricole italiane, col rischio di mandare a rotoli la produzione della prossima annata. Negli uffici di via Marconato si sono succedute negli anni diverse proprietà, l’azienda ha cambiato nome più volte, fino a diventare Eurochem nel 2012, ma buona parte dei lavoratori sono qui da molti più anni e hanno sempre visto crescere il loro lavoro in una realtà solida e senza alcun tipo di problema.

Fino alle sanzioni internazionali, ma soprattutto alla loro applicazione che varia da Paese a Paese, con effetti molto diversi sulle imprese. "È una questione di interpretazioni delle norme internazionali", spiegano i lavoratori. Ma mentre la burocrazia cerca di interpretare le norme, i lavoratori di Cesano sono finiti come all’interno di un buco nero dai contorni indefiniti e dalla via d’uscita ancora totalmente incerta.