Brugherio, 21 novembre 2023 – Prometteva proficui investimenti in criptovaluta su piattaforme virtuali che però non risultavano abilitate a operare in Italia. Dal 2016 al 2019 R.M., 62enne residente a Brugherio, sarebbe riuscito a farsi bonificare oltre 2 milioni e mezzo di euro da una ventina di investitori. Tredici di loro si sono costituiti parti civili per ottenere un risarcimento dei danni al processo al Tribunale di Monza, che però è stato sospeso in attesa della pronuncia della Corte di Cassazione.
Il brugherese è stato infatti rinviato a giudizio per truffa aggravata ed esercizio abusivo della professione finanziaria, ma i suoi difensori hanno presentato un’eccezione preliminare sostenendo l’incompetenza territoriale del Tribunale di Monza a favore di quello di Milano. Per i legali, infatti, il luogo dove è stato commesso il presunto reato non è nel circondario di competenza della giustizia monzese, neanche facendo riferimento al luogo di residenza del 62enne, perché gli incontri con gli investitori per sponsorizzare il business della criptovaluta su piattaforme virtuali sarebbero avvenuti a Milano, in primo luogo in un ristorante del capoluogo lombardo. Gli avvocati hanno puntato sulla scarsa interpretazione del reato di esercizio abusivo della professione finanziaria nelle nuove forme relativa alla criptovaluta e il giudice ha rimesso la questione alla Cassazione.
A svolgere le indagini la polizia giudiziaria della Procura di Monza dopo le denunce presentate nei confronti dell’uomo. Secondo i capi di imputazione R.M., in concorso con altre persone mai identificate, avrebbe indotto in errore le presunte vittime "sulla possibilità di effettuare investimenti o di acquistare prodotti finanziari attraverso operazioni su piattaforme virtuali in realtà non abilitate ad operare in Italia". Inoltre gli investitori sarebbero stati ingannati anche sull’esistenza di una società di diritto estero attraverso cui operare, invece risultata fittizia. "Io ho investito tutto quello che possedevo, 600mila euro", avrebbe detto il 62enne per attivare il tam tam di richieste di adesione, arrivate non solo dalla Brianza, ma anche dalle province di Milano, Bergamo, Varese, dopo che i primi interessi sugli investimenti avevano iniziato a fare gola. Ma poi R.M. sarebbe sparito insieme ai soldi.
Anche ieri l’imputato non si è presentato al dibattimento davanti al giudice e non si è presentato nessuno neanche delle parti civili, che hanno mandato in aula i loro avvocati, ma che dovranno testimoniare alla prossima udienza al Tribunale di Monza, sempre che la Corte di Cassazione non decida di spostare la competenza del processo in altra sede.