BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Elettronica in emergenza: "Tagli, traslochi e chiusure. Comandano le multinazionali"

Monza, la denuncia del segretario generale dei metalmeccanici Cgil Pietro Occhiuto: "Senza regole continueranno a sfruttare finché possono il patrimonio di ricercatori"

Azienda microchip

"Dal boom della pandemia alle difficoltà del post-ripresa. E la Brianza elettronica scricchiola. I segnali sono preoccupanti", dice Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom-Cgil provinciale. Se la storia racconta una Silicon Valley tradita nei fatti, "il contesto di oggi non può certo farci dormire sonni tranquilli. Su Micron, settore delle memorie flash, con una pesante ristrutturazione partita dal Veneto, abbiamo chiesto e ottenuto un tavolo in Regione e lo stesso avverrà per Sk, i coreani sempre dei semiconduttori, che chiudono il centro di ricerca di Agrate".

Due vicende diverse, ma al cuore del problema ci sono sempre certe dinamiche: "Difficoltà del chip e strategie delle multinazionali lasciate con le mani libere – aggiunge il capo dei metalmeccanici –, per gli oltre 200 lavoratori del marchio americano a Vimercate è cominciato lo stillicidio dei dubbi sul futuro. A dare il via alla vertenza è stata la decisione della casa madre di Micron di chiudere la sede di Verona, l’intenzione sarebbe quella di spalmare i 31 tecnici sul nostro polo e nell’Aquilano, ma la verità è che anche qui la paura è palpabile. Il quadro del settore non è ancora quello di una crisi conclamata, ma le crepe sono evidenti". Il caso di Sk "ci racconta il nocciolo della questione: la mancanza di una regia che va avanti da anni, è inutile parlare di sviluppo se non si difendono le proprie eccellenze.

E il nostro è un Paese che non lo fa". "I semiconduttori sono un settore strategico, il ministro dello Sviluppo economico Adoldo Urso ha detto che dobbiamo farceli in casa nostra, ma non basta. Servono regole". Occhiuto prefigura cosa potrebbe succedere al tech "senza un intervento del Governo: sarebbe lo stesso che con la transizione ecologica per l’automotive, in mancanza di una guida saranno a rischio migliaia di posti. Vale anche per la tecnologia, Candy a Brugherio ha fatto cassa integrazione perché non aveva i chip per le lavatrici. Quindi quello che succede nei laboratori di Sk e in Micron potrebbe avere un effetto domino con ripercussioni su tante altre aziende".

Sugli ingegneri licenziati dai coreani il segretario spiega: "Parliamo di una manifattura d’intelligenza, sono ricercatori, un patrimonio, in un settore che ha grosse potenzialità, sempre più centrale nell’economia, viene spostato tutto altrove, dove costa meno. Va invertita la rotta: non possono essere le multinazionali a dettare le politiche industriali, ma è ancora così".