Ormai ci si appella alla speranza che la pioggia possa lenire la sofferenza idrica che sta caratterizzando il 2023. Ad una settimana dalla riduzione al minimo lo scarico dall’Edificio regolatore a 9 mcs, il Garda resta attorno ai 44 centimetri sopra lo zero idrometrico, un record negativo per il più grande bacino di acqua dolce italiana. "Meno di così non è possibile ridurre la derivazione, portando così al massimo possibile il risparmio – spiega Filippo Gavazzoni (nella foto), vicepresidente della Comunità del Garda, che fornisce analisi e aggiornamenti costanti attraverso il suo blog –. C’è da dire che già altre volte il Garda si è risollevato da situazioni critiche e anche questa volta, buona parte del risultato, dipenderà dal meteo". C’è un precedente: il 17 e 18 febbraio 2002, il livello del Garda si attestava alla quota di oggi, +44 cm, poi a fine maggio si raggiunsero i +110 sopra lo zero. In attesa della pioggia, nel week-end si è registrato l’assalto dei curiosi all’istmo che collega l’isola dei conigli alla costa gardesana, riemerso per effetto dell’abbassamento del lago. Il Garda non è l’unico a soffrire. Solo l’Eridio ieri registrava un afflusso leggermente superiore al deflusso (la disponibilità resta comunque al 27,2%). Il lago d’Iseo è a -8,8 cm, con un riempimento del 15%; quello di Como è a -7,3 cm, con un riempimento del 19,4%, il lago Maggiore a 26,5 cm ed un riempimento del 38,5%. L’allerta è massima, soprattutto in vista della stagione irrigua. Per questo, Consorzio Franciacorta, Anbi Lombardia e il Consorzio di bonifica Oglio Mella hanno dato il via a un accordo per cercare di mitigare gli effetti della crisi climatica nei 3500 ettari di superfici vitate: uno studio finanziato dalla Regione affronterà la possibilità di ampliare tecniche irrigue di precisione per fronteggiare le gelate tardive e gli eccessi di calore. F.P.