MARCO GALVANI
Cronaca

Briosco, benvenuti a casa Dylan Dog

Gianluca Curioni colleziona i fumetti dell’Indagatore dell’incubo dal primo numero uscito nel 1986 e tutti i gadget commercializzati

In salotto Gianluca Curioni ha due pareti arredate con i 381 albi pubblicati dal 1986 ad oggi e un’infinità di gadget “griffati”

Briosco (Monza e Brianza), 2 maggio 2018 - Umberto Eco aveva confessato che «posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi». E non certo solo perché il papà dell’Indagatore dell’incubo, Tiziano Scvalvi, nel gennaio del 1998 lo citò tra i protagonisti di “Lassù qualcuno ci chiama” nelle vesti di Hunbert Coe. La verità è che «Dylan Dog non era un semplice fumetto, era qualcosa di nuovo, fresco. Un evento culturale che poi è diventato un vero e proprio fenomeno di costume», le parole di Gianluca Curioni, un lavoro nella grande distribuzione come sua moglie Elena e la passione per Dylan Dog. Un fascino che lo ha portato a creare una pagina Facebook (Dylan Dog Web Club) che in una manciata d’anni ha già raccolto oltre 8mila seguaci: «Una pagina amatoriale, di incontro fra appassionati» di un fenomeno editoriale equiparabile solo a quello che fu Tex per la generazione precedente. Ed è stato proprio sul retro di un fumetto di Tex che «ho visto la pubblicità dell’imminente pubblicazione del primo numero di Dylan Dog». Era il 1986. Uscì “L’alba dei morti viventi”, un fumetto horror diverso dai fumetti noir degli anni Settanta: «Da lì è scoppiato l’amore».

Soltando di albi regolari «sono a quota 381». La libreria bianca nel salotto di casa è una parete da piccolo museo: «Ci sono oltre 1.200 pezzi e i gadget che negli anni sono usciti tra spille, portachiavi, penne, orologi e cartoline – fa l’inventario Gianluca –. Perché nei primi anni Novanta era un fenomeno che arrivò anche a superare le vendite di Tex». E poi ci sono le locandine delle campagne sociali in cui è stata usata l’immagine di Dylan Dog, contro la droga, l’alcol e la violenza sulle donne. Ma «il pezzo a cui sono più legato è il numero di “Dopo un lungo silenzio” uscito nel 2016: la copertina uscì volutamente bianca perché così ognuno poteva farsela disegnare dai vari autori, per creare un pezzo unico. Sulla mia c’è la firma di Claudio Villa – l’orgoglio di Gianluca –. Poi, beh, tutti i primi numeri sono meravigliosi, anche solo per una questione di affetto. E comunque in un fumetto seriale di 30 anni è inevitabile che ce ne sia qualcuno di meno bello». Anche se «ne vale la pena comunque». Parola di un appassionato che anche quest’anno ripeterà la collaborazione con Brianza Comics: «Alla fiera del fumetto di metà settembre al Parco Tittoni di Desio porterò alcuni autori di Dylan Dog e non solo».