Due pietre d’inciampo a Triuggio

Nel fine settimana cerimonia per Carlo Vismara e Domenico Riva, vittime dell’orrore nazista

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di Fabio Luongo

Carlo era un operaio, venne deportato dalla Brianza e costretto al lavoro coatto, impiegato nella produzione delle munizioni per l’esercito del Terzo Reich, fino a morire, nell’aprile ‘44, per le condizioni di vita a cui venne sottoposto nel lager.

Domenico invece, con i suoi fratelli, aveva iniziato una produzione di sapone, dando avvio a un’azienda che è tuttora esistente: partito soldato, fu arrestato dai tedeschi in Germania e internato in un campo di concentramento, dove morì poco prima della fine della guerra.

Ora il loro paese natale li ricorderà con due pietre d’inciampo, due sampietrini con una piccola targa in ottone, che saranno collocati in modo tale da sporgere dall’asfalto e con incisi i nomi, gli anni di nascita, le date di arresto, i luoghi di deportazione e le date di morte di questi martiri triuggesi.

Sarà con questo segno che Triuggio onorerà nel fine settimana la memoria di Carlo Vismara e Domenico Riva, vittime dell’orrore nazista. La cerimonia ufficiale di posa delle pietre, realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, si svolgerà sabato.

Alle 11 verrà collocata in via Biffi a Rancate quella dedicata a Vismara, che nel ‘43 fu deportato a Neuengamme, vicino Amburgo, e poi nel campo satellite di Drutte, dove i prigionieri erano obbligati al lavoro forzato. Alle 11.30 in via Diaz, davanti al civico 75, sarà posata quella in memoria di Riva, deportato a Siegelsbach, dove morì nel marzo ‘45.

Anche il comune di Vedano al Lambro ricorderà con pietre d’inciampo due suoi cittadini deportati per la loro opposizione al nazifascismo.

Si tratta di Ambrogio Luigi Rossi, arrestato per gli scioperi antifascisti del marzo ‘44, internato a Mauthausen e ucciso a 49 anni a Gusen, e di Angelo Vimercati, soldato che dopo l’8 settembre del ‘43 venne catturato dai tedeschi e deportato nel lager di Gross Fullen, dove morì a 37 anni, nel marzo del 1945.

Le due pietre sono già state ritirate dal Comune e saranno installate dove i due vedanesi abitavano, in via Santo Stefano e in via Dante

A breve si terrà anche la cerimonia ufficiale.

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