Quella volta che Mario Draghi passò (nella foto) dall’ospedale di Vimercate. Era il 25 gennaio 2013 e, l’allora capo della Banca Centrale Europea, incaricato mercoledì dal Presidente Sergio Mattarella di formare il nuovo Governo, era stato protagonista al World Economic Forum di Davos dove aveva parlato delle cose da fare per stabilizzare le condizioni finanziarie europee e cercare di risollevare, anche allora, il morale degli italiani.
L’ex governatore della Banca d’Italia, deviando dal proprio percorso, è stato accompagnato a Vimercate dalla sua scorta dove è arrivato verso le 17 in grande riservatezza, inarrivabile per i giornalisti che lo aspettavano per fargli numerose domande e da tutte le persone che lo avevano riconosciuto.
Draghi è rimasto nell’azienda ospedaliera in tutto un’ora. L’uomo che è considerato nel mondo il salvatore dell’euro è risalito in macchina protetto dalla prpria scorta ed è rapidamente ripartito per onorare i suoi numerosi impegni in agenda.
Non fu una visita di cortesia o istituzionale. La Direzione ospedaliera spiegò che Draghi si era sottoposto a un esame specialistico. Forse un’ecografia. Un esame di routine, non legata a un’emergenza. Nulla di preoccupante. Perché scelse di farsi visitare proprio nell’ospedale brianzolo? Si disse nei giorni successivi che a Vimercate, a quei tempi, lavorava come medico un suo amico, ma nessuno è riuscito a sapere chi fosse né a verificare la fondatezza di quelle voci. Per Vimercate comunque la soddisfazione di avere avuto un paziente di tale livello in procinto di diventare il nuovo Presidente del Consiglio.
Antonio Caccamo