Una città sottosopra, polemiche a ripetizione in consiglio comunale, disagi per i cittadini, gli automobilisti e le attività commerciali.
In città non ha raccolto consensi, finora, la gestione del cantiere per la realizzazione della metrotranvia. Deve portare il tram dal confine sud della città, attraverso tutto il corso Milano, fino all’ospedale Pio XI. E, ancora più in là, lungo la via Mazzini deve permettere ai mezzi di raggiungere il deposito realizzato in via Europa, la strada che segna il confine fra Desio e il comune di Seregno.
Sullo sfondo di questo tracciato, tuttavia, c’è anche l’arrivo dell’autostrada Pedemontana. Gli automobilisti hanno già notato da tempo l’incrocio.
In via Mazzini, da tempo, le reti metalliche che delimitano il cantiere della metrotranvia.
In modo trasversale, invece, le reti arancioni che segnano l’area della Pedemontana: riguardano quei terreni in cui si stanno eseguendo le attività di bonifica bellica, così come previsto dalla normativa.
Il timore di chi vive e lavora a Desio è evidente: si riuscirà a transitare in quella zona con la presenza contemporanea di due cantieri?
Via Mazzini, per quanto sia di dimensioni ridotte, per chi proviene da nord è l’unica strada di accesso per l’ospedale. È quella utilizzata da tutti i residenti di Seregno, Seveso, Meda. Messi insieme sfiorano i 100mila abitanti.
Mercoledì 18 dicembre ci sarà la consegna ufficiale del cantiere di Pedemontana. La via Mazzini sarà tra i primi punti toccati dagli operai. Dai campi che scorrono alle spalle dell’ospedale, fino a via Milano, la Pedemontana in arrivo da Cesano Maderno cesserà di scorrere in trincea (ovvero a cielo aperto ma con piano ribassato rispetto al piano campagna) ed entrerà in galleria. Tutta da realizzare da zero, incrociando le dita.
Gualfrido Galimberti