Dopo il Covid e la Dad ragazzi senza relazioni La scuola in prima linea

Il gruppo spontaneo Distretto Faber coinvolge direttamente gli studenti. Al liceo Frisi create commisssioni benessere per intercettare i loro bisogni

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di Cristina Bertolini

Scuola liofilizzata, scuola di plastica senza interazione. I due anni di Didattica a distanza hanno lasciato un vuoto educativo soprattutto nei ragazzi delle medie, ora alle superiori che si presta a essere riempito dall’indifferenza per sé e per gli altri, terreno fertile per gesti istintivi e sconsiderati, dalle conseguenze irreparabili. La scuola in presenza cerca di rimagliare la tela del vivere insieme.

"Il liceo Frisi offre 33 ore all’anno di educazione civica declinata in tutte le discipline scientifiche e umanistiche - fa osservare la professoressa Cristina Marrone - in cui, a partire dalla Costituzione, trattiamo argomenti di diritto, legalità, civiltà e convivenza civile. Poi i singoli consigli di classe identificano eventuali bisogni degli studenti, a partire dall’osservazione quotidiana, per cui proporre interventi ad hoc, per promuovere le relazioni e la vita comunitaria in classe". L’insegnante è spesso l’unico punto di riferimento. Succede nelle situazioni familiari in cui i genitori riescono a offrire una presenza limitata per motivi di lavoro. La Dad ha tolto loro per un tempo lunghissimo un bagaglio di relazioni, lasciandoli soli. "Per questo - continua - abbiamo creato le commissioni benessere: staff di docenti che intercettano i problemi e i bisogni e li declinano in incontri con esperti, psicologi, medici, nutrizionisti, sui temi dei disturbi alimentari, stupefacenti, disagio, ansia da prestazione". Nel lento ritorno alla normalità si ricostruisce anche la tela delle relazioni tra pari. È il caso di Distretto Faber, un gruppo culturale spontaneo, fondato da Tommaso Godino, Simone Rinallo e Rim El Boudi. Vi aderiscono musicisti, scrittori, poeti, appassionati di poetry slam (il rap della poesia) scacchisti e curiosi. "Nel gruppo - raccontano i ragazzi - si impara a dialogare, ad ascoltarsi e accettare le diversità".

Secondo i ragazzi, ci sono situazioni ed esperienze traumatiche che sfociano in gesti pesanti, in cui si può solo chiedere aiuto ad esperti. "Ci sono situazioni di disagio - aggiunge Rim - in cui per scavare occorre una persona competente". "Certo, la rete dei pari - continuano Simone e Tommaso - offre l’opportunità di comunicare, per accorgersi che non si è soli e che i nostri problemi possono essere già stati vissuti da altri prima di noi. A ciò serve il confronto tra ragazzi di età diverse".

Distretto Faber ha organizzato simposi letterari, filosofici e artistici, sui temi del sogno, dell’ansia, del disagio e del suicidio. I ragazzi condividono anche conversazioni svolte in classe sull’ansia da prestazione e sul "non essere abbastanza".