BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Il disabile diventa badante per far vaccinare papà

L’odissea della famiglia Mosca: il figlio sulla sedia a rotelle è stato obbligato ad accompagnare all’autodromo il genitore over 80 per assicurargli la fiala

Massimo Mosca in carrozzina da Bernareggio a Monza per accompagnare il padre

Massimo Mosca in carrozzina da Bernareggio a Monza per accompagnare il padre

Vimercate (Monza e Brianza) - Vive in carrozzina da sempre, ma è costretto a diventare caregiver del papà. Questa volta il sistema di prenotazioni della Regione obbliga un disabile grave ad accompagnare il genitore ottantenne che non guida più a ricevere la dose Pfizer fuori sede, all’Autodromo. Domenica di inferno per due famiglie, una di Vimercate e l’altra di Bernareggio, padre e figlio, che vivono barricati in casa dall’inizio della pandemia, aspettando l’iniezione per tirare un sospiro di sollievo. "E invece ci hanno avvelenato anche questo momento", dice Massimo Mosca, 54 anni, malato di distrofia muscolare dalla nascita. "Senza contare che io non ho ancora ricevuto il vaccino". I problemi sono cominciati il 15 febbraio. "Cioè all’avvio della campagna sugli anziani. Dopo una giornata passata al computer, in serata sono riuscito a prenotare per papà. Ma è finito fra i dimenticati di Aria. Abbiamo rifatto la procedura seguendo le ultime indicazioni delle autorità sanitarie e alla fine è stato chiamato per domenica all’ospedale. Mi hanno confermato l’appuntamento due volte, l’ultima venerdì: domenica 11 aprile alle 11.48 a Vimercate". Ventiquattro ore prima il cambio di programma.

"Mi telefonano di nuovo dalla Regione: non c’è più posto in città, Paolo Mosca deve venire sempre domenica, ma alle 16, a Biassono". Il figlio spiega: "Mio padre non guida più e io sono portatore di handicap. Come facciamo?". Risposta: "Se lei non l’accompagna, salta il vaccino". "Vorrei che chi governa capisse che tutto questo è un attacco alla dignità di persone deboli come noi. Qui non si tratta di eccellenza, ma di decenza". I Mosca sono costretti a riorganizzarsi: "L’assessora Moratti o il presidente Fontana dovrebbero mettersi nei miei panni. Così io sono diventato il caregiver di mio padre e mia moglie, che è il mio, quello di entrambi: marito e suocero. È lei che ci ha messi in macchina. In Lombardia senza i parenti le persone fragili sarebbero abbandonate a se stesse". Ieri, alle 13.30 i tre erano già in auto, sotto l’acqua. La paura che qualcosa potesse andare storto li ha spinti a muoversi in anticipo "temevamo il pienone all’Autodromo". Fra iniezione e tempi d’attesa il rientro a casa è alle 18. "È stata una giornata difficile. Ringraziamo il Pirellone". L’amarezza per Mosca è doppia: "Da venerdì provo a registrarmi sul sito delle Poste per ricevere io stesso la fiala, ma la mia tessera sanitaria risulta sconosciuta. Eppure, ho la 104 da sempre. Dopo decine di telefonate a tutti i numeri possibili, dal call-center regionale ad Ats ricevo indicazioni contrastanti. C’è chi dice che debbo rivolgermi al medico di famiglia, chi all’altro recapito già composto decine di volte. La verità è che c’è un altro baco e io non so più cosa fare".