Dietro le sbarre una partita con papà

Giornata speciale per i detenuti e i loro figli, liberi di giocare insieme tra calcio, pallavolo e corsa coi sacchi

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di Marco Galvani

Liberi di fare i papà. Tra uno scambio di pallavolo e badmington, tra una sfida a tiro con l’arco (con frecce a ventosa) e una corsa coi sacchi e una partitella a calcio. "Una giornata speciale", anche se il campo da calcio è circondato dalle mura del carcere. Anche se a fine giornata ci si deve separare. In mezzo, le sbarre di via Sanquirico.

Eppure “Una partita con papà“ è comunque "una grande occasione", confessa Artan. Erano settimane che sapeva dell’iniziativa organizzata dall’associazione Bambini senza sbarre, dal gruppo (Viviamo in positivo Vip) Brianza, dal Centro sportivo italiano con il sostegno della Camera Penale e la regia di Marika Colella, funzionario giuridico pedagogico, ovvero una delle quattro educatrici in servizio nel carcere di Monza. "Ho aspettato questo momento anche con un po’ di ansia – racconta Artan – . Al di là del semplice colloquio oggi abbiamo la possibilità di giocare all’aria aperta con i nostri figli". La famiglia riunita. Come un normale pic-nic al parco. Anche Giuseppe nasconde a fatica l’emozione. Guarda il suo bimbo di appena un anno in braccio alla mamma: "È la prima volta che vengono a trovarmi e posso giocare con lui qui sul prato". Anche se l’erba è bruciata dal sole e dal caldo torrido, nessuno si ferma. Riempiono il tempo a disposizione giocando insieme: "Lo sto facendo camminare e abbiamo anche tirato i primi calcetti al pallone – sorride Giuseppe –. Solitamente lo vedo una volta a settimana per un paio d’ore. Ma oggi è proprio bello".

"Grazie al supporto del ministero della Giustizia, a Monza come in un’altra settantina di carceri in Italia abbiamo voluto regalare un ritorno alla normalità dopo i 2 anni di Covid che ci hanno impedito di organizzare iniziative di questo tipo – le parole di Fiorenzo Fioretta, da 25 anni nell’associazione Bambini senza sbarre –. Qui ci sono 50 famiglie con 70 bambini che possono ritrovare e vivere una quotidianità perduta dopo l’ingresso in carcere. I papà possono fare i papà e i figli, con il loro entusiasmo, riscoprire i loro papà".