"Dietro le atlete ci sono sempre delle ragazze"

Serena Cavalleri, responsabile del calcio femminile al Centro Sportivo Desiano, allenatrice e mamma, lancia un segnale di attenzione

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"Provo un grandissimo dispiacere. Il mio pensiero va soprattutto alle ragazze e alle loro famiglie che stanno vivendo un momento di certo non facile". Serena Cavalleri, responsabile del calcio femminile al Centro Sportivo Desiano, ha seguito a distanza la vicenda delle Farfalle di Desio e dei presunti maltrattamenti ai danni delle ragazze e, come tutti, è rimasta molto colpita dalle notizie che si sono susseguite in questi mesi.

"Non conosco a fondo la vicenda – racconta – e non sta di certo a me il compito di stabilire se sono stati commessi reati. Per quello ci sono la giustizia ordinaria e quella sportiva. Da mamma e da persona impegnata nello sport come responsabile e come allenatrice, tra l’altro di un settore femminile, mi sento però di dire che quando si guida una squadra non si può pensare soltanto al risultato. Dietro le atlete anzi, prima ancora delle atlete, ci sono delle ragazze. In questo caso addirittura adolescenti. L’allenatrice ha sempre il compito di fare emergere la personalità e il talento. Mi rendo conto che nella ginnastica ritmica l’attrezzo debba essere utilizzato da tutte allo stesso modo, mentre nel calcio c’è più spazio per le caratteristiche personali, per l’estro, per la differenza fisica. Ma la persona è da valorizzare, non da umiliare". Per la responsabile del calcio femminile del Centro Sportivo Desiano, comunque vada a finire, è una brutta pagina, visto che comunque una situazione di disagio è stata manifestata da ginnaste, che hanno deciso di rivolgersi alla Procura per denunciare di aver subito maltrattamenti.

"Non posso non pensare a loro e ai genitori – prosegue Cavalleri – così come al loro disagio, alla pressione che stanno subendo. I genitori hanno responsabilità? È vero che tutti sono convinti di avere in casa un campione, ma non sono sempre loro a pretendere il risultato. Spesso è l’allenatore che va oltre il proprio ruolo perché vuole l’affermazione a tutti i costi. Quanto ai campanelli d’allarme, talvolta ci sono, altre volte no. Ogni situazione di disagio fa storia a sé. La mia esperienza mi porta a dire che i maschi sono un po’ più aperti e, in un modo o nell’altro, qualcosa fanno anche intuire permettendo alle famiglie di intervenire. Le adolescenti, invece, generalmente sono un po’ più chiuse di fronte al disagio. Spesso quando ci si rende conto che qualcosa non funziona può essere anche troppo tardi".

G.G.