
di Alessandro Crisafulli
Prima il centro storico, poi San Giorgio, adesso San Giovanni – Bolagnos. Dopo aver conquistato il cuore della città, adesso le cosiddette Zone 30, a Desio, conquistano anche le periferie. Ma anche le polemiche, tante. Sia politiche che di tanti residenti e automobilisti. Una rivoluzione viabilistica che sta creando una sorta di frattura, in città, tra la "lobby delle bici" e i "fedelissimi del motore".
"Si tratta di una zona della città interessata da una circolazione prevalentemente di raggio locale – spiega il Comune –. Al suo interno, la strada viene pensata in prevalenza come spazio di relazione tra automobilisti, pedoni, ciclisti, residenti e la velocità degli automezzi viene portata a 30 kmh. La zona 30 è una riqualificazione a basso impatto che ridisegna l’area interessata, rendendola più sicura per le categorie deboli della strada. Le esperienze straniere e, da qualche anno, anche italiane, hanno ampiamente mostrato l’efficacia della loro realizzazione per una migliore gestione del traffico e per la riqualificazione urbana". Meno inquinamento, meno incidenti, meno traffico, insomma. A cosa servono le zone 30? "A favorire il pedone, il ciclista, ma anche avviare le condizioni per una vera democrazia dello spazio pubblico, che porti benefici anche all’automobilista", sostiene Matteo Dondé, architetto esperto in pianificazione della mobilità ciclistica, nonché direttore scientifico di Bikeconomist. L’archittetto Dondè, insieme a Montieri e Pinzuti, sono i consulenti del Comune chiamati a progettare nel dettaglio la nuova mobilità di Desio. "Leggiamo sui social fortissime critiche da parte di alcuni abitanti dei quartieri coinvolti – sottolinea il gruppo consigliare La Sinistra Per Desio –. La prima accusa che ci viene rivolta è quella di "odiare le auto" e di operare contro gli automobilisti. Ovviamente non è così. Il nostro pensiero va, prima di tutto alle persone, questo è certo, ma fra le persone sono compresi anche gli automobilisti, di cui anche noi facciamo parte. L’obiettivo è quello di realizzare un’idea di città più vivibile, più a misura d’uomo, più accessibile anche per i disabili, più intelligente, inclusiva e anche più bella". Tutto perfetto?
Non proprio, a quanto pare: "Un bel disastro – afferma Andrea Villa, capogruppo della Lega Nord, con il caso che è arrivato anche in consiglio comunale –. Con pochi colpi ben assestati l’amministrazione comunale di centrosinistra ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di sgovernare Desio, riuscendo a raccogliere intorno a sè un forte dissenso da parte della cittadinanza". La Lega, ma anche tanti cittadini, hanno notato "percorsi pedonali con a fianco marciapiedi che vanno a sbattere contro alberi, finte piste ciclabili che finiscono nel nulla, posteggi diminuiti e spostati in mezzo alla strada. Sarebbe stato opportuno asfaltare strade con il manto ammalorato, sistemare marciapiedi malconci o risolvere il problema dell’illuminazione anzichè eseguire interventi di questo tipo, che il buonsenso vorrebbe condividere con i cittadini prima della loro realizzazione e non dopo".