Desio, l’ora della fermezza contro il razzismo

Due squadre in campo dopo gli insulti di una madre. "Insieme riusciremo a cambiare le cose"

L'iniziativa antirazzista a Desio

L'iniziativa antirazzista a Desio

Desio (Monza Brianza), 10 novembre 2019 - I giocatori entrano in campo accompagnati dalle note di “We are the world, We are the children”, l’inno di pace e fratellanza scritto nel 1985. Entrano in campo assieme ai ragazzini più piccoli con i loro disegni e gli scout con lo striscione “Var, vietato ai razzisti”, lo slogan lanciato dall’Aurora per sensibilizzare il mondo del calcio dopo gli episodi di razzismo dello scorso week-end. Alcuni hanno dipinto di nero parte dei loro volti. 

Sfortunato protagonista era stato anche un Pulcino bluarancio di appena 10 anni, insultato durante un match da una mamma avversaria. Si gioca Aurora-Sovicese del campionato Juniores provinciale, sono le stesse società che erano scese in campo quando partì l’insulto. Le società si sono parlate molto durante la settimana, la Sovicese si è impegnata a trovare «la colpevole» e insieme hanno concertato questo evento a Desio, ribattezzato la partita anti-razzismo. Con un ospite particolare. Sì, perché a dare il calcio d’inizio del match alle 15 in punto c’era Momo, il 17enne giocatore del Melzo 1908 che nove giorni fa a Milano, dopo essere stato insultato, è stato aggredito da un papà del pubblico e mandato ko con un pugno mentre la moglie lo teneva fermo affinché il colpo andasse a segno. A Melzo è in programma un evento analogo sabato prossimo.

«Sono iniziative importantissime e bellissime, ma se serviranno a cambiare le cose e a prendere coscienza di una problematica che esiste lo scopriremo nelle prossime settimane – dice il sindaco di Desio Roberto Corti - Quello di sabato scorso nella gara Pulcini è stato un episodio che ha scoperchiato una situazione reale, nota. L’odio verso il diverso purtroppo lo sperimentiamo tutti i giorni. Ci sarà un cambiamento? È l’obiettivo di eventi come la partita anti-razzismo, perché se poi sarà tutto uguale a prima, rischia di rimanere semplicemente una passerella ipocrita…». Intanto l’eco è stata vastissima. L’episodio è stato ripreso anche dalla Cnn e dal Washington Post e ieri pomeriggio al Comunale di Desio c’erano anche le televisioni. Perfino un canale francese ha ripreso i giocatori dell’Aurora scendere in campo con il volto strisciato di nero e una casacca con la scritta “L’unica razza che conosciamo è quella umana”.

Erano presenti anche l’assessore regionale allo Sport Martina Cambiaghi, che già in tempi non sospetti aveva proposto per i genitori violenti il Daspo, e il deputato del Movimento 5 Stelle Davide Tripiedi, entrambi desiani. E poi c’era una delegazione del Comitato Regionale Lombardo con in testa il presidente Giuseppe Baretti, che ha donato una medaglia e un pallone della Nazionale a Momo ma anche al piccolo aurorino insultato lo scorso week-end. «Le società dovrebbero dotarsi di un codice etico, di un regolamento interno – propone Baretti -. Se succede un episodio del genere il presidente va dal genitore esagitato e lo manda via. E poi promuovere dei corsi per rieducare, fare un esame e chi lo passa può tornare al campo. Sì, come la patente a punti…». Baretti torna sull’episodio di Desio: «Sono rimasto basito, incredulo. Ma chi era vicino a questa donna perché non l’ha cacciata fuori? Nessuno ha sentito? Nessuno si è mosso?». Per la cronaca, la partita è terminata con il punteggio di 0-0. Risultato perfetto…