Danni e minacce, l’incubo della porta accanto

Da due anni marito e moglie perseguitavano i vicini usando anche liquido corrosivo ed escrementi su maniglie e zerbini: fermati

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di Sonia Ronconi

Per due anni hanno reso un inferno la vita dei loro vicini. Porte imbrattate con feci e urina, maniglie cosparse di liquido infiammabile, insulti e minacce. Nei guai moglie e marito: lei, 61 anni, è stata accompagnata in una comunità, lui, 59 anni, è stato denunciato a piede libero, ma anche riconosciuto vittima di maltrattamenti da parte della moglie. L’incubo è iniziato nel 2020 in una palazzina del rione di Santa Valeria a Seregno. Nel mirino della coppia diabolica è finita in particolare una coppia di 37 e 38 anni, arrivata ad avere paura persino ad uscire di casa. Marito e moglie hanno versato liquido corrosivo e infiammabile sulla porta d’ingresso dell’appartamento e urina sullo zerbino, hanno ricoperto di escrementi la maniglia della porta ed erano soliti anche divertirsi a spaventare la donna con agguati sul pianerottolo. Tormentati, anche se perseguitati in maniera minore, pure gli altri tre condomini della palazzina. Violenze e danneggiamenti ingiustificati, messi in atto dalla 61enne, ma anche dal marito, lui stesso vittima delle angherie della consorte. Era costretto ad ubbidire, altrimenti veniva picchiato e maltrattato. Tanto che già ad aprile dell’anno scorso era stato preso a sprangate dalla moglie.

Terrorizzati dalle urla dell’uomo, i vicini avevano chiamato i carabinieri. Al loro arrivo i militari avevano trovato il 59enne con la maglia intrisa di sangue e il volto ferito. L’appartamento, completamente a soqquadro, il divano ribaltato, la spranga e anche una pistola giocattolo appoggiata sul tavolo. Vista la situazione i carabinieri avevano chiesto un trattamento sanitario obbligatorio per la moglie, eseguito dieci giorni dopo.

Ritornata a casa, però, l’incubo è ricominciato. Comprese le segnalazioni e le denunce delle vittime. Le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura di Monza hanno permesso di ottere dal gip del Tribunale un provvedimento per mettere la parola fine a una insopportabile convivenza nello stesso condominio. La 61enne, considerata la sua pericolosità sociale e la personalità disturbata, è stata accompagnata in una comunità con una misura di di sicurezza personale, mentre il marito è stato denunciato per aver partecipato alla persecuzione e alle minacce dei vicini di casa.