Dalla Cassazione alla politica è di nuovo polemica su Aeb

L’ultima ordinanza della suprema corte ha giudicato inammissibile il ricorso dell’azienda

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Scandalo e incapacità secondo la minoranza, motivo di vanto e operazione esemplare secondo la squadra che governa la città: la vicenda dell’aggregazione industriale tra la partecipata Aeb e il gruppo A2A tiene ancora banco a Seregno ed è anzi destinata a diventare il principale punto di scontro della campagna elettorale di primavera per la scelta del nuovo sindaco. "Noi – commenta Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega, intervenuto in conferenza stampa giovedì insieme a Forza Italia – chiediamo al sindaco Alberto Rossi di andarsene e di lasciare il posto a un commissario".

A rinsaldare la convinzione di tutta la minoranza ci ha pensato anche l’ultima ordinanza della Corte di Cassazione, che ha giudicato inammissibile il ricorso presentato da Aeb. La giustizia amministrativa ha riconosciuto la validità delle obiezioni mosse dall’altro consigliere di minoranza, Tiziano Mariani, leader della lista civica “Noi x Seregno“.

"La maggioranza ha provato più volte e in più gradi la strada del ricorso - afferma Trezzi - ora non ha più scusanti. La Cassazione mette la parola fine. In realtà strascichi sono certo che ci saranno ancora, con i tempi della giustizia: tutti i consiglieri che hanno votato a favore di questa operazione, saranno inevitabilmente chiamati a rispondere del loro operato dalla Corte dei Conti. Umanamente mi dispiace per loro, ma dal punto di vista amministrativo questa coalizione si dimostrata inadeguata nella gestione di un’operazione industriale che andava fatta, ma con tempi e modi diversi". Di diverso avviso la maggioranza che, proprio in seguito al pronunciamento della Cassazione, ha deciso di fare sentire la sua voce. "L’ordinanza riguarda solo aspetti giurisdizionali – spiega la maggioranza in una nota – e non ha a che vedere, nel merito, con l’operazione industriale. Questa è perfezionata e inattaccabile. In questa ultima ordinanza, peraltro, il Comune di Seregno non rientra nemmeno tra i ricorrenti, essendo cessata la materia del contendere. I risultati degli ultimi due anni dimostrano la bontà dell’operazione per la città e gli altri Comuni soci, tutelando il futuro dell’impresa e garantendo risultati, tanto sul piano della redditività quanto nei dividendi erogati, superiori a 3,5 milioni di euro l’anno per Seregno".

Gualfrido Galimberti