Dal naufragio al pane quotidiano

Dal naufragio al pane quotidiano

Dal naufragio al pane quotidiano

Oggi Kwaku Yboeah, 26 anni, è il responsabile della produzione delle pizze e di altri prodotti farciti da forno delle panetterie Del Mastro che a Monza hanno due negozi e 18 dipendenti. Ma un lavoro stabile in Brianza con cui mantenersi, pagare l’affitto e anche aiutare la famiglia, e poi da 15 giorni anche l’ottenimento dei documenti definitivi, senza più dover affrontare la burocrazia dei permessi di soggiorno, è l’arrivo di un lungo percorso iniziato 6 anni in Ghana.

"Sono partito nel 2017 dal Ghana dove vivevo in una condizione difficile e non riuscivo ad aiutare la mia famiglia – racconta Yboeah –. Ho fatto il viaggio sugli autobus, ho attraversato il deserto per alcuni giorni e quando sono arrivato sulla costa della Libia ho dovuto imbarcarmi. Eravamo almeno 150 persone su una barca che ci avevano detto sarebbe andata a Lampedusa, ma durante il viaggio la barca si è fermata e ha iniziato a riempirsi d’acqua. Siamo stati recuperati in mare da una nave di soccorso che ci ha sbarcato a Caltanissetta. Dalla Sicilia le autorità mi hanno mandato in Lombardia e quindi sono entrato nel sistema di accoglienza organizzato qui in Brianza". Kwaku Yboeah è entrato nella struttura organizzata a Carate Brianza dalla rete territoriale di accoglienza gestita da Rti Bonvena e "ho potuto fare richiesta d’asilo e dei documenti per poter lavorare – prosegue –. Intanto ho seguito i corsi di italiano, ho fatto varie attività come volontario e gli stage per imparare a fare il pane e la pizza al forno Del Mastro". Yboeah ha svolto tre periodi di stage da 3 mesi l’uno e poi "l’ho assunto a tempo indeterminato – racconta Adriano Del Mastro, titolare dei due forni di Monza con 18 dipendenti – Oggi Yboeah è il responsabile della preparazione delle pizze e delle varie farciture e ha un ruolo fondamentale nella nostra attività. Collaboro con Rti Bonvena per molto progetti e quello con Yboeah nel 2018 è stato il primo e il migliore. Tra i nostri 18 dipendenti non è l’unico a essere straniero e aver seguito i percorsi di accoglienza attivi in Brianza, e per quanto riguarda la nostra attività, sono sempre state esperienze positive: sono iniziative che servono a questi ragazzi a vivere meglio, ma servono molto anche a noi e al nostro lavoro". M.Ag.