
L’incendio è scoppiato nel palazzo al civico 45 di via Bramante da Urbino: fiamme partite dal terzo piano della scala A
MONZA – Due episodi ravvicinati hanno acceso un campanello d’allarme tra i residenti del complesso di edilizia pubblica di via Bramante da Urbino a Monza, dove è in corso uno dei più ambiziosi progetti di rigenerazione urbana della città. A pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, il crollo di una parete della storica Cascina Maino e l’incendio che ha interessato la facciata del civico 45 hanno alimentato timori e perplessità. Due incidenti che, seppur indipendenti, hanno inciso sul clima generale in un quartiere dove la trasformazione è sotto gli occhi di tutti, ma anche la fragilità del tessuto abitativo preesistente.
Il primo episodio risale a due settimane fa, quando una porzione di muratura della Cascina Maino, edificio storico inserito nel progetto di rigenerazione Pinqua, è crollata a causa del maltempo. A segnalare l’evento è stato in aula consiliare Simone Villa, consigliere della Lega, che si è fatto portavoce delle preoccupazioni dei condomini. “Cascina Maino rappresenta il cuore sociale e innovativo del progetto – ha dichiarato – e il crollo non può essere ignorato. Chiedo se quanto accaduto possa compromettere lo sviluppo dell’intero intervento”. A rassicurare, l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Lamperti: “Il crollo non pregiudica il programma: la cascina sarebbe stata comunque oggetto di ristrutturazione. Una parte sarà demolita e ricostruita. I lavori proseguono”.
Non ha fatto in tempo a placarsi l’eco del primo incidente che, solo una settimana dopo, un incendio ha interessato la facciata di uno dei palazzi in ristrutturazione, precisamente il civico 45. Le fiamme, partite dal terzo piano della scala A, si sono rapidamente propagate, rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco e l’evacuazione di circa cinquanta persone. Provvidenziale è stato il tempestivo intervento degli operai del cantiere, giovani poco più che adolescenti, che hanno aiutato gli abitanti a mettersi in salvo. Secondo quanto riferito dagli inquilini è stata la seconda volta in due anni che una scintilla partita dal cantiere ha innescato un incendio, anche se la prima fu di minore entità.
L’incendio ha reso necessario il rifacimento dell’isolamento termico già completato sulla facciata. Inevitabili, dunque, le conseguenze in termini economici e temporali. “Il cappotto andrà rifatto, questo comporterà un incremento dei costi e un lieve slittamento del programma”, spiega il vicesindaco e assessore al Bilancio Egidio Longoni. “Il Pinqua ha avuto diversi imprevisti: prima la bonifica dell’amianto nel sottosuolo, poi il crollo della cascina e ora l’incendio. Ma nulla che metta in discussione l’obiettivo finale. Il progetto si farà e arriverà a termine”.
L’intervento – dal valore complessivo di 15,5 milioni di euro – è tra i più articolati della città. È finanziato tramite fondi Pnrr (programma Pinqua), Foi e risorse di Aler. La riqualificazione riguarda complessivamente 180 alloggi suddivisi tra i numeri civici 37A, 37B e 45 di via Bramante da Urbino, oltre alla costruzione ex novo di una palazzina in legno X-Lam con ulteriori 28 unità abitative. Il progetto prevede anche il recupero integrale della Cascina Maino, che sarà trasformata in un centro polifunzionale destinato alla socialità, con un’attenzione particolare all’inclusione e al dialogo intergenerazionale. Una funzione strategica in un quartiere che ospita numerosi anziani. Sulle palazzine esistenti, costruite negli anni ’80, sono in corso interventi radicali di efficientamento energetico per raggiungere la classe A1: cappotti termici, nuovi serramenti, installazione di pannelli solari, sostituzione della centrale termica.
Gli interventi non riguardano gli interni degli appartamenti, per ridurre al minimo il disagio degli inquilini. L’obiettivo iniziale era concludere i lavori entro la fine del 2025. Probabilmente ora si slitterà a inizio 2026. Nel frattempo, nel quartiere la sensazione è di apprezzamento per l’impegno messo in campo dalle istituzioni, unito però alla richiesta di attenzioni affinché non si verifichino nuove criticità.