Covid a Monza, l'allarme: "Infermieri al collasso, prendeteli dall’estero"

Il grido d’allarme di Donato Cosi, segretario del NurSind. Al San Gerardo su 600 posti letto 438 sono occupati da pazienti Covid

Il triage del Pronto soccorso del San Gerardo

Il triage del Pronto soccorso del San Gerardo

Monza, 9 novembre 2020 - "Il Covid non aspetta i tempi della politica e della burocrazia: dobbiamo intervenire subito, è da oltre una settimana che siamo al collasso e non siamo più in grado di garantire la dovuta assistenza a tutti i pazienti ricoverati al San Gerardo. Fateci arrivare infermieri anche dall’estero".

Il grido d’allarme di Donato Cosi, segretario del NurSind di Monza e della Brianza, nasce dai numeri del San Gerardo: su 600 posti letto a disposizione, 438 sono occupati da pazienti Covid di cui 38 in terapia intensiva. E anche il bollettino di ieri dei contagi in Brianza ha contato 877 nuovi positivi in un giorno (la metà di quelli registrati nelle 24 ore precedenti). Sono stremati gli infermieri e i medici di Monza. Decimati, anche loro, dal contagio: 320 quelli attualmente a casa, risultati positivi nella maggior parte dei casi per ‘contagi familiari’. Non bastano più le parole, perché «non sta andando tutto bene». Ecco perché Cosi ha inviato «una richiesta urgentissima di incontro» al prefetto Patrizia Palmisano, al sindaco Dario Allevi e al direttore generale dell’Asst di Monza Mario Alparone. Occorre trovare una strategia per alleggerire il carico di lavoro: «La direzione dell’ospedale ci ha sempre rassicurato, ma oggi lo scenario è drammatico. Il rapporto infermieri-pazienti sta peggiorando: un infermiere deve seguire 10 pazienti con il ‘casco C-pap’, in terapia intensiva si è passati da un infermiere per due pazienti a un infermiere per tre avendo dovuto inviare rinforzi all’ospedale della Fiera di Milano (48 tra medici e infermieri, ndr). E i sostituti reclutati all’interno dell’ospedale hanno un’età media di almeno 50 anni, con una lunga esperienza, ma inadeguati a una emergenza come questa».

Per il NurSind la soluzione non sono i 30 infermieri che a breve entreranno in servizio: «Sono una goccia nel mare, assunzioni a tempo determinato che non bastano a far fronte alla lunga ondata di un inverno che sarà caratterizzato dal Covid e da un costante contagio a rotazione degli stessi lavoratori». Per questo Cosi chiede di reclutare non soltanto medici e infermieri dell’Esercito come ha già chiesto il prefetto, ma anche della Protezione civile e delle associazioni di volontariato impegnate nel settore sanitario, oltre che dall’estero: «Le istituzioni locali si facciano portavoce di questa necessità coi vertici della Regione, ma anche attraverso i rapporti personali e commerciali che molti imprenditori qui hanno con Paesi come Cina, Romania, Cuba, Russia.