Oltre 320 tra medici e infermieri positivi al Covid: Monza chiama l’esercito

Allevi: il personale è stremato, non so quante ore possa tenere

A Monza è stato richiesto l'intervento dei medici dell'esercito

A Monza è stato richiesto l'intervento dei medici dell'esercito

Monza, 8 novembre 2020 - Oltre 320 tra medici e infermieri oggi sono positivi al Covid. Nella maggior parte dei casi per contagi familiari. Costretti a rimanere a casa. E sono 320 professionisti in meno in servizio nei reparti del San Gerardo e dell’ospedale di Desio. "Ci troviamo nella condizione in cui abbiamo i posti letto, ma inizia a mancare il personale. Per questo il prefetto Patrizia Palmisani ha inviato una richiesta al ministero della Difesa chiedendo l’invio a Monza di medici e infermieri dell’Esercito".

Il sindaco Dario Allevi è in continuo collegamento con il fronte ospedaliero. La prima linea della guerra al Covid. "Medici e infermieri sono stremati, non so quante ore possano ancora sopportare", la preoccupazione di Allevi. E torna a sollecitare un intervento anche da parte della Regione per fare in modo che i territori meno colpiti oggi corrano in aiuto alla Brianza.

«Lo abbiamo fatto noi, senza pensarci un attimo di più, in primavera quando la zona rossa era la Bergamasca e abbiamo accolto numerosi pazienti in un gioco di squadra che vorremmo fosse ricambiato – l’appello del sindaco -. Oggi il Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha meno di 100 malati Covid, mentre l’Asst di Monza è arrivata a 438 di cui 38 in terapia intensiva". Ecco, "oggi è il momento di contraccambiare, questo è il tempo di parlare di sanità regionale non chiusa entro i confini locali. Cosa che ad oggi ancora non si è vista".

Allevi confida che i rinforzi del “plotone“ di medici e infermieri possa arrivare "il prima possibile". Anche perché quella di ieri è stata "una giornata drammatica, forse una delle peggiori se non la peggiore", la preoccupazione del primo cittadino.

Il bollettino giornaliero sull’andamento dell’epidemia ha certificato 1.638 nuovi positivi in 24 ore, con 225 casi in più nella sola città di Monza: "C’è stata una impennata dell’80% da un giorno con l’altro". Ieri la Brianza con i suoi 800mila abitanti ha raggiunto gli stessi numeri di Milano città, che ha avuto 1.758 nuovi casi su una popolazione di 1,3 milioni di persone.

«La preoccupazione è alta perché la curva dei contagi non accenna nemmeno ad assestarsi, non dico a scendere – continua Allevi -. Con tutte le istituzioni impegnate in questa lotta ci aggiorniamo più volte al giorno per cercare di avere il quadro in tempo reale della situazione e per cercare di capire quali strategie adottare". Anche perché "il nuovo Dpcm non sembra aver prodotto gli effetti promessi", chiarisce. Il sindaco non si riferisce certo al calo dei contagi. Sa perfettamente che gli eventuali benefici delle restrizioni si possono manifestare non prima di 10-14 giorni. Punta il dito contro disposizioni che, di fatto, consentono un’ampia possibilità di movimento e allo stesso tempo rendono estremamente complicati (se non impossibili) i controlli: "Il Governo ha lasciato aperte troppe attività e chiunque riesce a trovare una giustificazione per autocertificarsi".

Ecco quindi che "torno ancora una volta ad appellarmi al senso civico della “mia“ comunità, richiamando tutti ad avere la massima prudenza e ad uscire il meno possibile, solo quando è strettamente indispensabile". Questo non vuol dire che la guardia dei controlli è stata abbassata. Anzi. "Mi hanno appena inviato un report aggiornato dalle pattuglie in servizio in città e al Parco - fa il punto il sindaco -, nessun assembramento, nessuna situazione potenzialmente a rischio. Nonostante la giornata di bel tempo che avrebbe potuto spingere molti a trovare una scusa da autocertificare".