Si lamentano i viaggiatori, ma anche gli autisti. "Prendo il 202 o il 206 – racconta una monzese, Maria Stella Didoni –, ma entrambi saltano le corse e mi tocca aspettare fino a un‘ora. E non parliamo degli orari in cui ci sono gli studenti. Ci dicono che mancano gli autisti: risolvete il problema, io pago l’abbonamento e esigo il servizio". È una guerra tra poveri e tra generazioni: studenti contro adulti, per pochi centimetri quadrati sul bus. La situazione è sotto gli occhi di tutti. "È un problema collettivo – constata Salvatore Russo, già consigliere comunale, autista di pullman –, riguarda sia il sistema urbano sia quello extraurbano: in entrambi mancano autisti. Al mattino una fiumana di studenti si accinge a salire e i nostri autobus hanno una capienza di 130-140 persone. È nostra responsabilità far rispettare il limite di sicurezza. Poi quando chiamano la fermata, ne fai scendere dieci e ne salgono altri venti e non siamo più a norma. A noi dispiace non aprire e tirare diritto: i ragazzi potrebbero essere tutti nostri figli, ma non possiamo fare diversamente". Il problema riguarda tutta la Brianza, da Monza, Muggiò, Carate, Albiate fino al Vimercatese. Come spiega l’autista, la situazione si fa tesa e alla fermata non si riparmiano battute e pure aggressioni verbali ai conducenti. Si lavora sabato, domenica e festivi.
Quindi nessuno vuol più fare l’autista. "Certo – racconta – alcune compagnie applicano incentivi per i nuovi assunti, ma andrebbero offerti anche a chi è in servizio da parecchi anni. Oppure riguardano solo chi ha una qualifica per anzianità che però non sempre viene riconosciuta, per non erogare gli incentivi". L’autista ammette che a volte tocca lasciare a piedi i ragazzi: "Non possiamo fare diversamente – spiega –, la capienza dei nuovi pullmann è stata ridotta e non la puoi superare. Non resta che scrivere “completo“, serrare le porte e tirare diritto".
C.B.