MARCO GALVANI
Cronaca

Corso di restauro delle auto storiche

In Autodromo 15 studenti impareranno l’arte della gestione e della manutenzione dei gioielli dei motori

di Marco Galvani

Ogni anno consegnano al motorsport meccanici e ingegneri del futuro. Dalla Formula Uno ai rally passando per i campionati a ruote coperte. Ma la Motorsport Technical School e l’autodromo di Monza hanno anche il culto del passato. Delle auto d’epoca. Prodotti dell’Italia del fare, sintesi delle idee e del lavoro di intere generazioni che hanno realizzato macchine da sogno. Tra eleganza e design. Pezzi unici che raccontano la storia di un intero Paese e diventano per questo un patrimonio da salvare.

E’ da qui che nel Tempio della velocità nasce il primo corso di restauro di auto storiche per insegnare a 15 studenti l’arte della gestione e della manutenzione di gioielli senza tempo. I partecipanti (per informazioni è possibile scrivere all’indirizzo info@mtschool.it) potranno lavorare dal vivo su componenti e vetture d’annata, partendo dalle basi tecniche e arrivando alla più completa professionalità del settore: impareranno la pianificazione, le metodologie e le tecniche di restauro, dopo un primo approccio generale sulle lavorazioni meccaniche, per poi soffermarsi sulla manutenzione ordinaria di vetture reali.

E non a caso le prime lezioni teoriche saranno in contemporanea con il passaggio nel circuito della 1000 Miglia, il 18 giugno. In cattedra, professori d’eccezione tra cui Ivano Barletta, già telaista nel reparto corse di Maranello e poi capo macchina della Ferrari di Michael Schumacher, Claudio Papaleo, capo macchina di Rubens Barrichello sempre a Maranello, Roberto Rettani, artigiano esperto nel restauro di vetture del Dopoguerra e Alessandro Baldo, restauratore di modelli dagli Sessanta agli Ottanta. Uomini animati non soltanto dalla passione, ma anche dalla curiosità di conoscere la storia di ogni singolo modello. Professionisti capaci di riportare in vita un pezzo di storia, rarità se non addirittura pezzi unici. Ecco perché occorrono conoscenza e cura. A volte, perché no, anche un po’ di rispetto reverenziale. Un’arte che impone sacrificio e impegno.