Coronavirus: "Da una settimana non esco di casa. Ma non tutti a Londra fanno così"

Il monzese Domenico Kotori, dal 2014 nel Regno Unito, fa tesoro dell’esperienza dell’Italia per proteggersi da Covid-19: smart working e precauzioni come mascherina e pochi contatti

Il monzese Domenico Kotori ha scelto di restare a lavorare a Londra

Il monzese Domenico Kotori ha scelto di restare a lavorare a Londra

Londra, 26 marzo 2020 - Mentre i vagoni della metropolitana londinese iniziano a essere deserti e i voli di rientro verso l’Italia sempre più affollati, ci sono anche dei brianzoli che hanno deciso di rimanere nella capitale britannica invece che tornare nel Belpaese. Domenico Kotori, 26enne di Monza e ormai dal 2014 nel Regno Unito, ha preferito continuare la sua vita a Londra tra smart working e precauzioni per arginare l’espansione del Coronavirus. Ormai è quasi una settimana che il giovane di Monza non esce di casa. Domenico condivide un appartamento nella zona est di Londra con altri tre ragazzi italiani e, avendo più chiara la situazione italiana, si è portato avanti rispetto ai provvedimenti del governo britannico. "Ho lavorato fino a giovedì scorso - racconta Domenico affacciato alla finestra della sua casa a schiera - non potevo fare altro fino a che il governo non ha imposto la chiusura di bar e ristoranti". Il giovane ha iniziato la sua carriera lavorativa nel mondo della ristorazione al suo arrivo in Gran Bretagna nel 2014.

Da quel momento, ha cambiato diversi luoghi di lavoro fino a diventare manager di un ristorante in uno dei grattacieli più alti della capitale britannica. "Seppure fossi chiamato a ricoprire la mia posizione lavorativa - aggiunge - cercavo il più possibile di evitare il contatto con i clienti e negli spostamenti mi ero premurato di indossare mascherina e guanti, cosa che oggi tanti londinesi ancora non fanno". Dalla routine quotidiana di un ristorante affollato per dodici ore al giorno, Domenico ha cambiato vita e si è adattato alle nuove forme di lavoro al computer.

«Faccio tutto quello che posso fare in remoto da casa mia. A questo punto aspetto solamente che il governo possa contribuire con le misure che ha annunciato la scorsa settimana". Come emerso in una delle conferenze stampa quotidiane di Downing Street, il Cancelliere britannico Rishi Sunak, ossia il corrispondente inglese del nostro ministro dell’Economia, aveva anticipato un piano da 350 miliardi a sostegno delle attività produttive e per aiutare queste ultime nel pagamento degli stipendi dei dipendenti. In questo momento, la paura che la sicurezza economica venga meno ha influenzato i comportamenti di molti altri nostri concittadini, ma anche di tanti lavoratori inglesi.

«A Londra è normale vivere in appartamenti condivisi con altri ragazzi - racconta Domenico Kotori - e in questi giorni molte persone hanno continuato ad andare al lavoro o, anche peggio, ad uscire di casa per fare un giro al parco come se fosse tutto nella norma". Nello specifico, uno dei coinquilini del giovane monzese ha continuato a recarsi al lavoro fino a martedì, rappresentando "una preoccupazione per la salute di tutti e, a lungo andare, creando tensioni che rendono l’atmosfera casalinga irrespirabile". Mentre le giornate passano lunghe non solo in Brianza ma anche oltre la Manica, le speranze per il futuro non mancano. "Sebbene tanta gente affronterà un momento di sofferenza economica dovuta alla chiusura delle attività, sono sicuro che torneremo in fretta alla nostra normalità - conclude Domenico - al contempo cambierà la prospettiva di guardare ai momenti di socialità e le persone daranno un valore diverso al tempo".