
Elena Fazzini
Monza 17 marzo 2020 - Le ultime persone che sente prima di andare a letto, nel cuore della notte, sono gli anestesisti e i rianimatori dell’ospedale San Gerardo di Monza e del Policlinico di Milano. Tre ore di sonno, poi la sveglia che suona alle 5. E comincia una nuova giornata. Avanti ad oltranza. Sono più di dieci giorni che Elena Fazzini e la sua task force del bene lavorano senza sosta al servizio della lotta contro il tempo per sconfiggere il coronavirus e salvare più vite possibili.
Elena è il segretario generale di Hope, la onlus che lei stessa ha fondato nel 2006 con tre avvocati e un medico dopo essere sopravvissuta a un errore diagnostico. Da allora Hope realizza progetti umanitari per la salute e l’educazione in situazioni di emergenza rispondendo a bisogni specifici, prevalentemente in Medio Oriente, che arrivano da ospedali, scuole, campi profughi. In silenzio, senza troppo clamore e visibilità. Un progetto che è figlio dell’esperienza maturata in 15 anni alle Nazioni Unite e in 10 anni in Banca Generali.
"Oggi l’emergenza è qui", le parole di Elena. Il suo telefonino non smette di squillare. Sono chiamate che arrivano dai medici degli ospedali pubblici della Lombardia. Sono richieste disperate. Servono ventilatori polmonari e ora cominciano a scarseggiare anche i letti. Molti pazienti sono sulle barelle. «Non raccogliamo denaro a pioggia, ma interveniamo su bisogni specifici - spiega Elena -. Il medico ci dice che modello di ventilatore serve, immediatamente dopo noi attiviamo la nostra rete di conoscenza a livello internazionale per fare in modo che la donazione sia la migliore possibile. E’ importante che non si sprechino soldi, non si può comprare a qualunque prezzo perché le risorse non sono infinite".
Non ci sono passaggi intermedi: i primari delle rianimazioni di Policlinico e San Gerardo fanno “l’ordine” e loro, in pochi giorni, riescono ad avere il materiale e a consegnarlo direttamente. In una sola settimana Hope ha già trovato, importato, pagato, donato, consegnato e montato 7 posti di rianimazione per le terapie intensive di San Gerardo e Policlinico. "Lavoriamo telefonicamente e via email con i vertici della Terapia i e con i dirigenti dell’ingegneria clinica dei due ospedali", continua Fazzini.
Si rivolgono a Hope perché i progetti sanitari internazionali che hanno realizzato parlano per loro. Lo fanno perché possono avere risposte immediate, nella massima qualità e trasparenza. Oggi il problema del reperimento dei prodotti è "gravissimo e urgentissimo": non solo ventilatori polmonari, ma anche monitor, ecografi portatili, Cpap polmonari (i "caschi" per chi è ricoverato in terapia sub-intensiva), mascherine, camici, calzari, visiere ripara occhi: "Questo manca. Questa settimana – l’ultimo report di Elena – importiamo 20 ventilatori dalla Germania (6 per la Mangiagalli, 6 a Brescia, 4 a Crema e altri 4 a Bergamo). Ma dal Policlinico mi è appena arrivata la richiesta per altri 12".
Ma adesso che la Germania sta minacciando di chiudere le esportazioni, "in questa situazione il nemico è il tempo". "I produttori, contattati da tutti i Paesi europei negli ultimi giorni, stanno aumentando la forza lavoro perché la richiesta del mercato è smisuratamente superiore alla capacità di produzione attuale - continua -. Tutti i fornitori ci chiedono pagamenti anticipati, altrimenti non danno i prodotti. E chi prima arriva dai fornitori industriali esteri con i bonifici, si prenota le apparecchiature elettromedicali. Ora chi ha il denaro arriva prima e salva più persone".
Dall’inizio dell’emergenza coronavirus Hope ha donato 31 posti di terapia intensiva, uno sforzo da oltre 600mila euro. "Ma noi non ci fermiamo - assicura Elena -. Il nostro motto è "fatti, non parole". Stiamo facendo l’impossibile per aiutare, e la cordata del bene non molla. Come in montagna: non si lascia indietro nessuno". Lavorano come i Seal. Elena e la sua squadra sono una "forza speciale". Missioni mirate per portare a casa, sempre, l’obiettivo. "Arrivano bollettini di guerra ogni giorno". E anche oggi, ci sono altre vite da salvare.