
Il settore legno è uno di più importanti della Brianza
Monza, 29 aprile 2020 - Sono tanti. Sono tante. E non sono nemmeno tutti. Sono i lavoratori e le imprese del settore legno e di quello edile. Oltre 800 aziende e più di 8.000 addetti brianzoli coinvolti dalla cassa integrazione Covid o dal Fis (Fondo integrazione salariale). E sono solo quelle e quelli contati dai sindacati di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil.
«A oggi risultano pervenute richieste di consultazione sindacale per cassa integrazione ordinaria o in deroga e Fis così ripartite: 570 imprese edili con 2.860 lavoratori coinvolti; 235 aziende del legno per 5.320 addetti in cassa; tre attività del settore maniglie con 109 lavoratori e 14 attività del settore lapidei-manufatti-cave con 150 persone costrette a fare i conti con il lockdown e la conseguente riduzione di lavoro e stipendio", spiegano dai sindacati.
«I numeri sopra riportati sono indicativi di come l’intera filiera delle costruzioni sia stata colpita. Si stima che circa un terzo delle imprese non sia transitato dai nostri canali. Di queste imprese, è importante far notare che il numero dei verbali firmati dalle organizzazioni sindacali è inferiore alle richieste pervenute" spiegano.
Solo una parte delle imprese ha riconosciuto ai propri dipendenti l’anticipo dell’ammortizzatore sociale, mentre la maggioranza ha preferito il pagamento diretto da parte dell’Inps. Gli annunci dell’Inps per un pagamento veloce entro il 15 aprile, come temevamo, sono stati disattesi. Oggi, con una dichiarazione del presidente dell’istituto Paquale Tridico, si chiede scusa e si annuncia lo spostamento del pagamento delle cassa integrazione ordinaria entro il 30 aprile, mentre per quella in deroga non sono ancora disponibili i dati di tutte le Regioni e, quindi, come afferma Inps, “il termine non può essere il 30 aprile”".
A questo proposito Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, rivendicano lo strumento della consultazione sindacale. "Grazie alle consultazioni i sindacati hanno dato certezza alle entrate economiche dei lavoratori e tutele maggiori rispetto ai limiti previsti per le casse integrazioni". Nell’edilizia sono stati firmati 117 accordi per 651 lavoratori interessati, nel settore Legno sono 101 gli accordi a favore di 2.410 addetti. Tre le intese nel comparto maniglie (109 lavoratori) e infine nelle aziende dei settori lapidei–manufatti–cave: tre accordi firmati per 24 addetti. «La nostr a preoccupazione ora è per la ripresa delle attività, la cosiddetta fase 2", spiegano i sindacati dove "devono essere garantite la sicurezza e il rispetto delle norme".
«È alta la nostra preoccupazione per la ripartenza prevista dal Governo per il 4 maggio. Soprattutto per il settore dell’edilizia che, di per sé, è già un settore frammentato con difficoltà nel rispetto delle norme. Chiediamo si attivi con la Prefettura un tavolo specifico per monitorare che le applicazioni delle disposizioni siano garantite: il distanziamento sociale, l’utilizzo dei Dpi, le modalità di trasporto in sicurezza, i servizi igienici differenti tra Impresa madre e subappalti, il controllo delle temperature all’ingresso del cantiere, l’utilizzo degli spogliatoi, l’organizzazione della pausa pranzo».