
Lavorava in una primaria della provincia e per anni avrebbe frodato il ministero dell’Istruzione. Intascava rimborsi per beni mai acquistati dal suo istituto e per servizi informatici inesistenti.
Giussano (Monza e Brianza), 6 febbraio 2025 – Si sarebbe intascata oltre 156mila euro in tre anni con una serie di bonifici dalle piattaforme in uso alla scuola, disposti verso conti correnti a lei intestati "o cointestati" e mascherati da "mandati di pagamento" per servizi informatici mai realizzati o per gli acquisti "di beni" mai effettuati. Ora una ex dirigente amministrativa di un istituto in provincia di Monza e Brianza di 54 anni, che lavorava come "assistente amministrativa di ruolo facente funzioni di Direttore dei servizi generali e amministrativi" in una scuola primaria brianzola, è stata condannata dalla Corte dei Conti della Lombardia a risarcire quella cifra. Come riportato dalla sentenza della Corte dei Conti, scritta dai giudici Tenore-Berretta-Pezzilli, la 54enne era stata licenziata e "vanamente diffidata a restituire le somme della Pubblica amministrazione indebitamente" incassate. Quei pagamenti, scrivono ancora i giudici, avrebbero dovuto coprire "acquistiì" che la donna avrebbe fatto per la scuola oppure "rimborsi indicati nei mandati di pagamento" per beni vari o servizi informatici.
L’indagine
Tuttavia, le indagini non avrebbero trovato "alcuna documentazione giustificativa" per quelle cifre, nemmeno "nel registro fatture della scuola". La 54enne avrebbe portato avanti lo stesso modus operandi dal 2021 al 2023, arrivando a intascare più di 156mila euro. In precedenza, il gip del Tribunale di Monza aveva già disposto un sequestro parziale a carico della 54enne in merito al procedimento penale a suo carico per malversazione di fondi pubblici. Nei mesi scorsi poi i giudici contabili lombardi avevano imposto un successivo sequestro a suo carico "fino alla concorrenza del danno subito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito-Ufficio Scolastico Regionale per la Regione Lombardia".
Ora è arrivata la sentenza della Corte dei Conti della Lombardia. La vicenda è stata scoperta dopo un’analisi dei movimenti finanziari della scuola. Gli investigatori contabili hanno rilevato un flusso di bonifici camuffati da spese per servizi che, in realtà, non erano stati né richiesti né realizzati. Questo episodio ha aperto un dibattito sul futuro della gestione delle risorse nelle istituzioni scolastiche e sulla necessità di trasparenza nella rendicontazione delle spese. Il Ministero sta lavorando per rafforzare queste misure.