Alessandro Crisafulli
Cronaca

Desio, arrivano i 99 Posse in Villa Tittoni: è già bufera

La band napoletana sempre al centro delle polemiche per i testi violenti, la relazione coi centri sociali e l'attivismo politico.

La band napoletana

Desio (Monza Brianza), 4 aprile 2015 - Per ora è solo un annuncio su un piccolo sito di settore, quello di una società che organizza eventi e concerti. Ma il concerto dei 99 Posse a Desio fissato per il 19 giugno nel parco di Villa Tittoni rischia di diventare in fretta - come sempre nei casi di questa discussa band napoletana - un vero e proprio caso. Sociale e politico.

Come successo a fine gennaio a Cremona, quando il gruppo arrivò in una città messa a ferro e fuoco dagli scontri tra antagonisti e forze dell’ordine, annunciando sul proprio profilo Facebook ufficiale il grido di battaglia «Onore a chi lotta. Più bastoni meno tastiere!».

Oppure come successo nell’agosto scorso a Verona, dove alla fine, dopo parecchie pressioni, il concerto della band fu annullato. Per le troppe tensioni e la mancanza di sicurezza, tra un mare di polemiche e il successivo sfogo dei 99 Posse: «Non sapevamo che, in quella città, le organizzazioni neofasciste potessero ottenere l’annullamento di un concerto regolarmente contrattualizzato, perché la band che avrebbe dovuto esibirsi è dichiaratamente antifascista. Noi, illusi, eravamo rimasti alla Costituzione della Repubblica Italiana. Quella nata dalla Resistenza e proprio dal ripudio del fascismo che garantisce a ogni cittadino il diritto di espressione». Già nel 2001 venne vietato al gruppo di esibirsi a Palermo per motivi di ordine pubblico in quanto ritenuti dall’amministrazione comunale «socialmente pericolosi».

«L’amministrazione dimostra nuovamente tutta la sua ipocrisia – sbotta la sezione desiana della Lega Nord - partecipa a iniziative sulla pace, sulla tolleranza e sulla non violenza salvo poi ospitare un gruppo musicale il cui esempio non può decisamente essere preso come modello. Testi violenti, membri del gruppo con processi e condanne. Altro che legalità: questa amministrazione è guidata da persone che, autorizzando il concerto, ammettono e giustificano alcuni atti e comportamenti che vanno condannati. Il tutto, in Villa Tittoni. Uno scandalo inaudito, l’assessore alla cultura si dimetta se ha un briciolo di dignità». Nei prossimi giorni, inevitabili, le repliche dal Comune e dalla Giunta.

Quasi ogni concerto in luoghi pubblici della band napoletana ha creato polemiche, tensioni. Per i loro testi decisamente schierati, spesso con toni violenti: «L’unico fascista buono è il fascista morto - cantavano in un vecchio pezzo -; se vedo un punto nero ci sparo a vista». 

Loro stessi, nel sito ufficiale, raccontano i loro molteplici guai con la giustizia: «Ci tocca però ricordare e testimoniare come la libertà d’espressione e d’azione in Italia abbiano ancora un prezzo altissimo e per realizzare tutto ciò in totale autonomia e libertà, il gruppo ha collezionato reati (alcuni hanno visto la vittoria del gruppo, per altri si deve ancora raggiungere un verdetto) come: oltraggio, resistenza, violenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale, vilipendio delle forze dell’ordine, istigazione a delinquere, occupazione abusiva, manifestazione non autorizzata, blocco stradale, furto aggravato, danneggiamenti, imbrattamenti, concerti abusivi, detenzione e spaccio, rissa, associazione a delinquere».