
Guardia di Finanza
Monza, 2 Novembre 2022 - Si sarebbe appropriato di circa 2 milioni di euro di un cliente, di cui oltre 100mila euro autoriciclati. Protagonista un commercialista monzese sessantenne, Alberto Panigada, nei cui confronti i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza stanno eseguendo, su delega della Procura della Repubblica di Monza, una misura cautelare interdittiva dall’esercizio dell’attività professionale per la durata di tre mesi, disposta dal Tribunale del capoluogo brianzolo. Le accuse sono appropriazione indebita, furto aggravato, autoriciclaggio e dichiarazione infedele dei redditi.
I finanzieri stanno eseguendo anche un provvedimento di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per oltre 1 milione di euro, quale profitto illecito dei presunti reati. L’indagine delle Fiamme gialle è nata dalla denuncia presentata da un cliente storico del commercialista, che gestiva da oltre 20 anni sia il patrimonio personale del querelante sia quello relativo ad una società di famiglia, costituita nel 2014 per la gestione e ristrutturazione di uno storico hotel a Rovigo. A seguito della morte della madre, nel 2020, il cliente avrebbe rilevato, dall’analisi della documentazione contabile, numerose mancanze nel corso degli anni in danno del proprio patrimonio e di quello della sua famiglia, tanto da richiedere una consulenza tecnico-contabile a dei professionisti e poi decidere di rivolgersi all’Autorità Giudiziaria.
Le indagini patrimoniali e finanziarie, effettuate dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Monza su richiesta della Procura, avrebbero accertato indebite sottrazioni di denaro operate dal commercialista, commesse per circa 5 anni. Il professionista si sarebbe approfittato dell'età avanzata dei genitori e dei problemi di salute del figlio, motivi per cui, anche per via di un incondizionato legame fiduciario, costui gli aveva delegato il pagamento di tutte le forniture per la ristrutturazione dell’hotel, fornendo anche le credenziali di accesso diretto ai canali dei servizi automatizzati di remote banking.
Invece il commercialista, che una decina di anni fa era stato arrestato per reati fiscali collegati alla sua professione, avrebbe drenato dai conti correnti personali della vittima e della società di gestione dell’albergo circa 2 milioni di euro, attraverso bonifici diretti versati su propri rapporti bancari e su quelli di una società di Monza a lui riconducibile e anche attraverso assegni in bianco compilati a suo nome ed utilizzati per pagare propri creditori. Relativamente ad una parte delle somme accreditate sui conti dell’indagato e risultate successivamente impiegate in attività economiche, imprenditoriali e speculative, è stata ipotizzata anche la condotta di autoriciclaggio, per averne concretamente ostacolato l’identificazione. Nel corso delle indagini, gli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle hanno anche portato alla luce un’evasione di imposta dirette per oltre 400 mila euro, corrispondente agli introiti di cui il commercialista si è illecitamente appropriato.